Finalpia: il 18 febbraio incontro tra
Hyma e commissione di garanzia
“Non è Beretta ad essere curioso di sapere. È la città che vuol capire”. Così il consigliere comunale Simone Beretta torna sul destino dell’ex colonia Finalpia divenuta hotel di lusso che continua ad accumulare debiti stante la situazione nella quale si trova, attualmente invenduta.
Nel tentativo di fare chiarezza su come si sia giunti a tale situazione la Commissione di garanzia, di cui Beretta è presidente, incontrerà nella Sala Ostaggi, venerdì prossimo alle 17.30 i rappresentanti di Hyma Srl, la società modenese, con capitale sociale di 10.000 euro, che l’ 11 agosto scorso ha sottoscritto un contratto “rent to buy” per l’ex colonia Finalpia. Il contratto stipulato prevedeva un affitto di 300mila euro annui e l’anticipo di 500 mila euro sull’acquisto finale. Peccato che, poco tempo dopo, Hyma srl abbia impugnato il contratto stesso non onorando l’ impegno e chiedendo condizioni di affitto e vendita più vantaggiose.
La commissione di garanzia, dopo l’incontro con il nuovo cda della Fondazione presieduto da Giorgio Pagliari, ritenute insoddisfacenti le risposte ricevute, chiederà direttamente a Hyma srl di fornire la propria versione. Le domande, secondo il presidente Beretta, che rimangono sul tavolo su cui non solo i consiglieri ma anche i cittadini meritano risposte sono: “Quindi il contratto sottoscritto con Hyma srl non ci tutelava e non ci tutela? Quindi il precedente consiglio di amministrazione ha fallito in dirittura d’arrivo? O in dirittura d’arrivo ha deragliato come conseguenza di errori che si sono succeduti nel tempo? Perché il valore dell’attuale patrimonio non sarebbe più quello della perizia fatta poco tempo fa? Perché si è sottoscritto un contratto rimandando a qualche mese dopo l’anticipo di 500.000 euro sulla vendita di Finalpia dovuta al termine dei tre anni d’affitto?
Perché non incassare il dovuto subito? Perché non si è richiesta una fidejussione a tutela dell’introito?”
“Se oggi il nuovo CDA – prosegue Beretta – ha bisogno di tempo e conseguentemente di soldi per tamponare, significa che non siamo messi bene”.
Rilancia la sua proposta che nessun Cda si è mai degnato di prendere in considerazione: “La fusione per incorporazione tra la Fondazione Benefattori Cremaschi e la Fondazione Opera Pia era la migliore strada percorribile per non depauperare il patrimonio. Era fattibile. Lo era sul piano giuridico ed economico finanziario. Se non fosse stata una strada percorribile avrebbe toccato a Soffientini ed al Cda di allora di spiegarla. Il silenzio risultò tanto stridente quanto foriero delle difficoltà che si sarebbero purtroppo rafforzate nel tempo”.
“ Ora in campo – conclude Beretta -ci sarebbe l’idea di un prestito d’onore di almeno 200.000 euro per tamponare la situazione debitoria con il comune di Finale Ligure e con un Istituto di Credito, ma nessuno ha più saputo qualcosa. Nessuno sa se siano state messe in campo alternative o quant’altro. La città ha diritto di sapere. Un patrimonio, l’ex colonia Finalpia, a cui la città vuole bene. Un patrimonio che devono tutelare. E’ un bene pubblico. Non è un fatto privato. I CDA li ha nominati il sindaco di Crema. Avrà pure un qualche significato”.
Sabrina Grilli