Politica

Bonaldi replica a Monti sul
presidio sanitario di Crema

“Se non l’avessi letto coi miei occhi su più testate, con il medesimo virgolettato, riterrei quella raccontata da Emanuele Monti, consigliere regionale della Lega nonché presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone una storia frutto solo di un fraintendimento giornalistico. Invece Monti, incurante dei disastri procurati dalla Sanità lombarda durante la pandemia, mi rimprovera di confondere le idee dei cittadini con attacchi bizzarri nei confronti del governatore Attilio Fontana e della vicepresidente Letizia Moratti, per via del loro rifiuto del fabbricato dell’ex tribunale per insediare la casa della Comunità e altri servizi socio-sanitari”. Apre così Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, la replica a Monti.
“Certo, non può essere informato di tutto e nemmeno è obbligato a prepararsi, come la pandemia, purtroppo, ci ha fatto scoprire sulla nostra pelle. Allora cominciamo dalla confusione e dalla bizzarria. Il presidente della Regione viene a Crema e dice che l’ex tribunale, che visita in quanto hub vaccinale, gli pare la soluzione ottimale per la sanità territoriale: basta leggere i giornali, se Monti non li legge, provvediamo noi a mandargli copie di quella giornata. Non solo, mesi dopo Fontana torna a Crema, ospite di un club di servizio, e ribadisce, rinforzandolo, il concetto. Anche qui possiamo favorire le copie dei giornali. L’assessora Moratti, indifferente all’impegno del suo presidente, si rimangia tutto. Mi pare che la confusione sia di casa nel centrodestra lombardo, dunque non mettiamo becco. Chi invece non è in confusione, malgrado le performance del presidente e della sua assessora, sono i cittadini di Crema, che la sede dell’ex tribunale hanno avuto modo di conoscerla in quest’ultimo anno, perché era il loro centro vaccinale, a disposizione di tutto il Cremasco fin dal marzo 2021. Peraltro, a totali spese del loro Comune, che ad oggi non ha visto un euro di rimborso da parte della Regione. Immagino Monti non sappia neppure questo. Proprio perché i cremaschi hanno toccato con mano la funzionalità della struttura, accessibile, dotata di parcheggi, vicina all’Ospedale e anche allo svincolo della tangenziale, quindi ottimamente raggiungibile, hanno capito benissimo che la questione del suo utilizzo non è affatto una “rivendicazione politica”, semmai un’istanza di semplice buon senso. Quella scelta, la sottoscritta insieme al Dr. Luigi Ablondi, compianto DG dell’ASST di Crema, certamente non ascrivibile alle fila del Partito Democratico, la sostengono e propongono a Regione Lombardia dal lontano 2016″.
“Ovviamente, neppure questo è tenuto a sapere, Monti, ci mancherebbe, del resto il Presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia – avete capito bene, Presidente! – non è tenuto a sapere tutto, ci mancherebbe! Vero che la struttura è sovradimensionata, rispetto ad una Casa della Comunità, dunque il budget di 1,5 milioni messo a disposizione dal PNRR può non essere sufficiente ad una completa riconversione in chiave sanitaria, ma è vero anche che, come andiamo dicendo da tempo ad una Regione forse distratta, forse non interessata a gestire in modo efficace ed efficiente le proprie risorse, l’ASST di Crema corrisponde da anni canoni di locazione a soggetti terzi per ospitare servizi socio sanitari pubblici, come la Neuropsichiatria infantile, il Consultorio, il Magazzino Farmaceutico. A questa esigenza conclamata e reale di spazi, oltre che per la Casa della Comunità, la sede dell’ex Tribunale potrebbe adeguatamente rispondere, se solo la Regione decidesse di spendere qualche denaro proprio, oltre a quelli dell’Europa, su questo fabbricato. Più Sanità, gentile consigliere Monti, la chiediamo noi da tempo e da ben prima che arrivasse la pandemia, perché sapevamo che alla prima curva si sarebbe andati fuori strada, ora che è successo, il Presidente della commissione viene a farci lezione di guida. Ma la Sanità che invocavamo noi è diversa, anzi opposta a quella di cui parla questo signore, perché opposte sono le visioni dell’uomo e le scelte che ne derivano, che non sono affatto tutte uguali. Noi parliamo di Sanità pubblica, territoriale, quella che avrebbe salvato migliaia di vite, non certo quella specie di supermercato dove ognuno si sceglie le patologie più costose con la regia – o l’assenza di regia – della Regione, dimenticandosi che sotto ogni patologia c’è una persona. Per il Centrodestra, quanto meno per quello lombardo, che purtroppo governa la Regione dai tempi di Abramo, la persona viene dopo il mercato, e di questo, per usare un’espressione del signor Monti, non ci faremo mai una ragione”.
“A Tiziano Filipponi, per il quale pure simpatizzo perche è persona solare, suggerisco invece di studiare di più, a maggior ragione adesso che è anche referente provinciale della Lega Nord, la politica si migliora partendo dalla competenza, che non è un’opinione, ma ciò che fa la differenza tra prendersi cura delle persone e metterle in pericolo di vita, come la pandemia insegna. Se avesse approfondito, Filipponi saprebbe che il Tribunale di Crema è stato soppresso insieme ad altri 31 Tribunali in tutt’Italia con Decreto Legislativo del 12 settembre 2012, io ero sindaca dal 6 maggio dello stesso anno, e ciò è avvenuto in attuazione di una legge delega attribuita al Governo con la legge di stabilizzazione finanziaria assunta nel 2011 dal Governo Berlusconi, di cui la Lega era il principale alleato. Non saprei se Filipponi afferra il concetto, ma è stata la destra al governo, Lega inclusa, a dare disposizioni per la chiusura dei tribunali, e ora essa si comporta come quegli automobilisti nevrotici, che prima investono i pedoni sulle strisce e poi gli inveiscono contro. Se poi volessimo ricercare a livello locale delle responsabilità, scelta che io non approvo, perché fu un provvedimento voluto e deciso su scala nazionale, allora è meglio ricordare che nei cinque anni precedenti, vale a dire quelli in cui si preparava la soppressione del Tribunale, a Crema amministrava un esponente della Lega Nord. Non vorrei avere riempito troppo la memoria di Monti e Filipponi, forse non ce n’era nemmeno bisogno, saranno la cronaca e poi la storia a ricordare per secoli come si faceva Sanità in Lombardia, durante il lungo regno del centrodestra”.

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