Imbracciò la carabina ed
impallinò il gatto. Condannato
Il 25 aprile del 2016 aveva imbracciato la carabina e sparato al gatto della vicina. Per quell’episodio, accaduto a Soncino, Claudio, un 65enne cremonese, è stato condannato dal tribunale di Cremona ad una pena di 4 mesi per maltrattamento di animale. Il pm onorario Silvia Manfredi ne aveva chiesti 6.
Infastidito dalla presenza del gatto nella sua proprietà, l’uomo era entrato in casa, si era armato della carabina che deteneva legalmente e aveva fatto fuoco. Il micio era stato ferito, ma era morto poco tempo dopo, stroncato da un tumore, forse provocato dal piombo.
L’imputato era stato visto da uno dei vicini, che aveva avvertito i carabinieri. Al loro arrivo, i militari non avevano trovato in casa il cremonese. Lo avevano rintracciato due ore dopo.
“Non è stato il mio cliente a sparare al gatto”, ha sostenuto a processo l’avvocato della difesa Enzo Bosio, legale di Federcaccia Brescia. “Non era in casa. Quando è successo il fatto lui era a venti chilometri di distanza da Soncino”. L’avvocato Bosio, nella sua arringa, non ha ritenuto credibili le dichiarazioni del vicino di casa, l’unico testimone ad aver assistito allo sparo. “Il testimone”, ha sostenuto il legale, “ha visto un uomo di spalle, ma era troppo distante. Era dall’altra parte della strada e la proprietà del mio cliente è nascosta da piante e alberi, dunque non avrebbe potuto vedere con chiarezza”.
Il 65enne cremonese doveva anche rispondere di aver sparato con un’arma da fuoco nelle adiacenze di un luogo abitato, reato per il quale è stato assolto. “Un’incongruenza rispetto alla condanna”, ha commentato il legale. Claudio è stato assolto anche dall’altro capo di imputazione contestato, e cioè il porto abusivo di coltelli. “In casa aveva dei coltelli regolarmente detenuti”, ha spiegato l’avvocato. “Li stava preparando perchè il giorno dopo avrebbe dovuto andare a caccia in Toscana e gli servivano per prepararsi da mangiare”.
Sara Pizzorni