Cronaca

Ecomostro e Finalpia, Denti:
"Occorre fare chiarezza"

Denti spiega come la mancata riqualificazione dell'immobile di via Indipendenza sia da attribuirsi ad un passo indietro della Banca di Piacenza. Inoltre, si smarca dalle accuse che gli sono state mosse riguardo il suo coinvolgimento nelle ultime vicende della CH SpA e, in una lettera, il curatore fallimentare, attribuisce il ruolo di "amministratore di fatto" a Claudio Cogorno.

Non è chiusa la vicenda dell'”ecomostro di via Indipendenza”. A sostenerlo è Antonio Denti, Amministratore Unico della Gerundo Center, attualmente proprietaria dell’immobile.

I legali della società, in seguito al tentativo fallito di mediazione obbligatorio per legge nei contratti bancari, hanno promosso una azione in ambito civile citando la Banca di Piacenza per inadempienza contrattuale e la prima udienza è stata fissata per il 16 settembre prossimo.

Questo perché, come spiega Denti “è evidente che riteniamo come la situazione di stallo sia imputabile alla condotta dell’Istituto di credito con il quale la nostra società aveva sottoscritto un “Accordo Quadro” relativo all’operazione immobiliare in oggetto, poi disatteso da controparte”. Dalla citazione in giudizio, i legali della banca hanno depositato una memoria difensiva “alla luce della quale stiamo già valutando altre iniziative anche in ambito penale”, precisa Denti.

Antonio Denti

Nel testo depositato dai legali dell’istituto di credito si legge che per argomentare il mancato rispetto degli accordi sottoscritti dalla banca i propri legali adducano articoli di giornali, producendoli in copia negli allegati, che accostano Denti ad una società infiltrata dalla malavita organizzata.

Ed è qui che entra in gioco la vicenda dell’ex colonia Finalpia, “della quale abbiamo già in passato spiegato a mezzo stampa che, nel caso venissero provati i fatti denunciati, la questione rimarrebbe confinata solo in quell’ambito senza che venga a questa attribuita la responsabilità del destino della società che ha condotto l’attività alberghiera negli ultimi anni”.

Denti è convinto che la CH S.p.A. sarebbe dunque fallita a prescindere dalla presunta infiltrazione mafiosa, in quanto la conduzione dell’hotel ha sempre generato debiti in ogni esercizio come conseguenza di “perdite strutturali” così definite dalla curatela in una sua missiva.

A questo proposito è dei giorni scorsi la lettera del legale che assiste il fallimento della società Comfort Hotels & Resort S.p.A. che chiede a tutti gli amministratori che si sono succeduti dal 2017, come pure all’organo di controllo composto da 3 sindaci di risponderne in solido risarcendo a seconda delle proprie responsabilità il danno ai creditori.

“Proprio a riprova che le vicende di cronaca risultano essere del tutto marginali al destino della società fallita ad aprile di quest’anno – spiega Denti – i due Amministratori che secondo qualcuno sarebbero gli infiltrati e che sono stati in carica per 4 mesi in tutto di cui 3 con l’hotel chiuso, non sono stati nemmeno chiamati in causa mentre – a sorpresa per qualcuno, ma certamente non per noi, viene individuato il vero amministratore di fatto della società dal 2017 ad ogg. Per quanto mi riguarda poi, proprio dalla trasformazione in S.p.A. il sottoscritto non ha avuto più alcuna delega operativa e sono note e documentate tutte le mie denunce sul fatto che non mi era condiviso nulla della gestione della società”. Nella missiva, infatti, il curatore Sabrina Costmagna, specifica che Claudio Cogorno “abbia svolto la funzione di amministratore di fatto della società (CH, ndr) per tutto il periodo preso in considerazione”.

In un altro passaggio della memoria difensiva della banca di Piacenza, i legali “scaricano” le responsabilità del coinvolgimento dell’Istituto di credito sui singoli funzionari che ancora il giorno prima della firma della Nuova Convenzione rassicuravano la Gerundo Center sul rispetto degli accordi presi “soprassedendo sul fatto che il nostro interlocutore era nientemeno che il Responsabile Direzione controllo Crediti, un funzionario quindi al massimo livello dell’Istituto. Ricordo in proposito che la nostra società proprio quel giorno ha ceduto al Comune gratuitamente un terreno periziato dalla banca per un valore di 522mila euro, versato alla Tesoreria oltre 60mila euro per monetizzazione parcheggi, rilasciato fidejussioni già escusse per oltre 270mila euro ed inoltre rimborsato la finanziaria che aveva emesso fidejussione rilasciata dal precedente proprietario ed escussa dal Comune per altri 124mila euro”.

Vista la situazione attuale purtroppo al momento l’immobile rimane nella condizione degradata in cui si trova ormai da anni “ma confidiamo nella ragionevolezza di tutte le parti per trovare una soluzione nell’interesse dei cittadini cremaschi che da troppo tempo sono costretti a convivere con questa ferita architettonica”.

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