Sabrina, sì all'abbreviato. "Pasini,
sei un morto che cammina"
Ha chiesto ed ottenuto il rito abbreviato, l’avvocato Paolo Sperolini, il legale di Alessandro Pasini, il 46enne cremasco accusato dell’omicidio dell’amica Sabrina Beccalli, la 39enne bruciata a Ferragosto del 2020 nella sua Fiat Panda nelle campagne di Vergonzana, a Crema. Pasini, arrivato in tribunale dal carcere di Monza scortato dalla polizia penitenziaria, è accusato di omicidio volontario, incendio con pericolo per l’incolumità pubblica, distruzione di cadavere e crollo di edificio.
La famiglia di Sabrina, invece, compreso Omar, il figlio 16enne della vittima, si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Antonino Andronico. Presenti i tre fratelli della 39enne: Simona, Teresa e Gregorio. Parte civile anche Susanna Lipani, ex compagna di Pasini e locataria dell’appartamento in via Porto Franco nel quale è morta Sabrina Beccalli. La Lipani, che non ha più potuto disporre della sua abitazione, è assistita dall’avvocato Piergiorgio Bertoli del foro di Udine.
Una volta discusse le questioni preliminari e deciso per il rito abbreviato, l’udienza è stata aggiornata al prossimo 15 ottobre. Con il rito abbreviato, dunque, il procedimento si baserà esclusivamente sulle carte e non saranno sentiti testimoni. Il rito dà diritto, in caso di condanna, allo sconto di un terzo della pena. Secondo la legge, il rito abbreviato non è concesso per gli omicidi. In questo caso è la procura che lo contesta, ma sarà da dimostrare in aula. Dalle condizioni dei resti di Sabrina, del resto, non è stato possibile accertare con esattezza dinamica e cause della morte.
Pieni di dolore e di rabbia i fratelli di Sabrina. “Sei un morto che cammina”, hanno detto, rivolti a Pasini mentre lasciava l’aula per far rientro in carcere. “Non ha mai avuto il coraggio di guardarci”, hanno continuato i tre fratelli. “Sempre con la testa bassa, tremando”. “Ha ragione mia sorella”, ha aggiunto Gregorio. “E’ un morto che cammina”.
Al rito abbreviato si era opposto l’avvocato di parte civile Andronico. “Noi pensiamo che l’omicidio sia stato commesso nel contesto di un tentativo di violenza sessuale. Abbiamo sostenuto che si trattasse di un reato aggravato, e quindi punibile con la pena dell’ergastolo, ma allo stato degli atti il giudice ha ritenuto non sia così. Vedremo all’esito della discussione”.
L’avvocato Andronico ha poi spiegato di aver effettuato un’integrazione mediante produzione del fascicolo delle indagini difensive con le relazioni del suo consulente, il generale Luciano Garofano, con “lo scopo di indicare quella che può essere la dinamica dell’omicidio di Sabrina Beccalli. Dagli atti delle indagini svolte, sia pure dalle pregevoli perizie commissionate dal pubblico ministero, mancava questo trait d’union che pensiamo possa essere di molto giovamento ai fini della sentenza. Per quanto riguarda le modalità, nelle nostre consulenze abbiamo indicato la possibile dinamica del fatto”.
Sara Pizzorni