Turismo, il 2020 si conferma anno
nero: arrivi scesi del 62%
Il confronto fra le tre aree della provincia mostra che è la zona cremasca quella che sembra aver sofferto di meno il calo di arrivi e pernottamenti: nell’area cremonese si è registrata una diminuzione degli arrivi del 61% e dei pernottamenti del 50%, nel cremasco una diminuzione del 56% per gli arrivi e del 43% per i pernottamenti, mentre nel casalasco sia gli arrivi che i pernottamenti sono diminuiti di più (-72% per gli arrivi e – 62% per i pernottamenti), a causa della diminuzione di turisti cinesi.
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L’Ufficio Statistica della Provincia di Cremona ha pubblicato il “Rapporto sul turismo in provincia di Cremona” riferito all’anno 2020, anno della pandemia, in cui il settore del turismo è stato pesantemente influenzato dalle restrizioni imposte a livello nazionale e regionale.
Nel rapporto vengono analizzati i movimenti turistici generati in provincia, nelle città di Cremona, Crema e Casalmaggiore e nelle tre aree (cremonese, cremasco e casalasco). Nel dettaglio, gli arrivi, pari a 87.055, sono diminuiti rispetto all’anno prima del 62% (-141.223) ed i pernottamenti, pari a 194.583, del 50% (-196.855). I mesi in cui si sono registrati più arrivi e pernottamenti non sono stati, come gli scorsi anni, quelli primaverili e autunnali, ma i mesi di ottobre e di gennaio. La maggior parte dei clienti registrati nelle strutture ricettive erano di nazionalità italiana (82%) e solo in minima parte straniera (18%). Rispetto al 2019, a fronte di una diminuzione complessiva degli arrivi del 62%, i clienti italiani sono diminuiti del 50% (-72.447) e quelli stranieri dell’82% (-68.776).
Esaminando la sola città di Crema le percentuali sono peggiori rispetto alla provincia: -71% di arrivi e -64% di pernottamenti. I mesi con più arrivi e pernottamenti sono stati quelli di gennaio e febbraio, i mesi prima della pandemia, a cui seguono settembre e ottobre. I giorni di permanenza media sono stati 2,9 ed in particolare 2,6 per gli italiani e 3,8 per gli
stranieri.
Per quanto riguarda il confronto fra le tre aree della provincia, è la zona cremasca quella che sembra aver sofferto di meno il calo di arrivi e pernottamenti: nell’area cremonese si è registrata una diminuzione degli arrivi del 61% e dei pernottamenti del 50%, nel cremasca una diminuzione del 56% per gli arrivi e del 43% per i pernottamenti, mentre nel casalasco sia gli arrivi che i pernottamenti sono diminuiti di più (-72% per gli arrivi e – 62% per i pernottamenti), a causa della diminuzione di turisti cinesi.
DATI PROVINCIALI
Tornando ai dati provinciali, i cinesi, nonostante il forte calo degli arrivi (da 31.618 a 2.451, con un calo del 92%) hanno rappresentato ancora la maggior parte dei turisti stranieri a Cremona, il 18% del totale, seguiti dai tedeschi con 2.212, il 16% e da svizzeri e francesi, rispettivamente l’11 e 10%.
Anche i pernottamenti, diminuiti complessivamente del 50%, sono scesi del 37% (-92.185) tra gli italiani e del 73% (-104.670) tra gli stranieri.
Le analisi prendono avvio dai dati provvisori delle indagini ISTAT “Consistenza delle strutture ricettive” e “Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi”, che rappresentano la principale fonte di informazione sul turismo disponibile in Italia.
Per quanto riguarda i clienti italiani, la maggior parte proviene dalla Lombardia (48%) e a seguire dall’Emilia Romagna (10%), dal Veneto (9%) e dal Piemonte (7%), a conferma di un turismo di prossimità. Rispetto all’anno prima le regioni di provenienza non sono variate, ma sono diminuiti i numeri: la Lombardia da 57.614 arrivi è passata a 33.984 e l’Emilia Romagna da 13.964 a 6.885.
In provincia di Cremona la permanenza media, ovvero, la durata media dei soggiorni dei clienti nelle strutture ricettive (pernottamenti/arrivi) nel 2020 è stata di 2,2 giorni (precisamente 2,2 giorni per gli italiani e 2,5 per gli stranieri), dopo che, per tre anni consecutivi, è stata di 1,7 giorni.
Giuliana Biagi