Economia

Fusione A2A-Lgh verso stretta finale
Entro maggio il via libera del Comune

Si stringono i tempi per la fusione tra Lgh e A2A, un passaggio che dovrà essere formalizzato dopo una serie di passaggi che coinvolgono i vari consigli comunali dei soci Lgh. Dopo l’arrivo della proposta preliminare da parte del colosso milanese – bresciano ad Aem, avvenuto a metà aprile, teoricamente gli azionisti di Lgh hanno tempo 30 giorni per dare una risposta. Possibile uno slittamento, ma tra fine maggio e inizio giugno la partita dovrebbe essere conclusa.

La proposta di A2A porterà i soci di Lgh a detenere il 2,75% delle quote (ora rappresentano il 49% della partnership). Aem Cremona rappresenterà lo 0,85% della società quotata in borsa che proprio ieri ha diffuso i dati del consuntivo 2020 (tra i dati comunicati all’assemblea, al Comune di Brescia andrà un dividendo di 62,7 milioni di euro, 0.08 euro per azione).

Sulla proposta di fusione si è tenuta mercoledì sera, a Cremona, una riunione di maggioranza del consiglio comunale nella quale il presidente di Aem Massimo Siboni ha spiegato i termini dell’accordo. I prossimi passi infatti riguarderanno prettamente i consigli comunali, non solo quello di Cremona, ma di tutti gli altri soci di Lgh: Pavia, Lodi, Crema e la sessantina di comuni bresciani di Cogeme. Già fissate le date di maggio per una serie di riunioni dell’Ufficio di Presidenza con funzione di commissione, che si concluderanno con il passaggio in Consiglio.

L’incontro di maggioranza ha fatto emergere le perplessità già note di Articolo Uno (capogruppo Francesco Ghelfi) circa un’operazione che cancellerà del tutto la rappresentanza territoriale nella compagine societaria. Critiche già espresse (e in maniera molto più forte dall’opposizione di centrodestra) e a cui i sostenitori dell’accordo replicano sostenendo all’opposto che era piuttosto la struttura societaria di Lgh (una testa, un voto, indipendentemente dalle quote possedute) a non consentire ai singoli comuni di pesare nelle decisioni. Al contrario, i progetti industriali costruiti da Lgh-A2A con la partecipazione dei territori sarebbero la miglior garanzia del mantenimento degli investimenti e della valorizzazione delle competenze locali. Non solo: il sindaco Galimberti ha anticipato che a partire da maggio verrà definito il cronoprogramma degli interventi previsti dal piano Cremona 20/30, un segnale verso la concretezza.

Se la proposta finanziaria di A2A sembra essere definitiva, con un concambio azionario definito da molteplici fattori e in fin dei conti insindacabile dagli enti, è proprio sulle condizioni aggiuntive richieste dai soci Lgh che ci sono ancora dei punti da mettere nero su bianco. Punti che l’amministrazione Galimberti chiede che vengano resi espliciti, riguardo ad esempio le sedi delle società del gruppo, il mantenimento dei posti di lavoro, gli obiettivi strategici, i nuovi impianti che segneranno la fine del termocombustore nel 2029. In un contesto in cui non solo Cremona, ma tutti i soci Lgh, hanno da chiedere qualcosa.

Giuliana Biagi

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