Cronaca

Appalti a Ticengo, il Pd prende
le distanze dal sindaco

In seguito ai due esposti, presentati dal consigliere di minoranza Matteo Gorlani, il Comune di Ticengo e il sindaco Mauro Agarossi sono finiti al centro di una bufera. Gli esposti sono stati presentati a causa di una fornitura di servizi al Comune, di importo inferiore ai 40mila euro, e di altri lavori (per meno di 150mila euro), affidati direttamente e senza gara d’appalto a parenti stretti degli amministratori.

Nessuna solidarietà da parte degli altri sindaci cremaschi, come riporta il presidente di Area Omogenea Aldo Casorati. E ora anche il Partito Democratico, tramite il segretario provinciale Vittore Soldo, prende le distanze. “E’ un modo di amministrare un Ente pubblico, tanto superficiale quanto disinvolto e sprezzante delle Istituzioni e del bene comune. Bene comune e istituzioni che sono e devono essere al servizio di tutti, appunto, e non solo di chi è parente o legato al sindaco in carica e alla sua lista, sia essa civica o qualunque sia l’appartenenza politica”.

“Questo per dire che un conto è dichiarare che l’affidamento di un appalto pubblico a parenti e amici sia atto casuale, dovuto all’urgenza e comunque isolato nei tempi e nei modi e, fin qui, non ne condividiamo lo scarso rigore applicato ma non possiamo pretendere che la pensino tutti come noi. Tuttavia, nel momento in cui, come sembra, c’è evidenza che l’affidamento di lavori pubblici ad amici e parenti pare invece essere una condotta ben precisa, rivendicata e consolidata, allora questo non lascia spazio a giustificazione alcuna, nemmeno a quelle che mal celano l’imbarazzo: far passare per ingenuità o inesperienza il modo di operare di un amministratore pubblico che spende i soldi dei cittadini con un processo di selezione dei fornitori che non sia un minimo rigoroso, tracciabile e trasparente e che, invece,  si basi non solo sulla discrezionalità ma soprattutto sui rapporti di amicizia e parentela, non solo lo consideriamo sbagliato ma riteniamo importante esprimere tutta la nostra lontananza nei confronti di un modo di intendere le Istituzioni che, ridotte a questa stregua, non sono più a servizio di tutta la collettività ma al servizio di chi vince le elezioni o dei sodali dell’amministratore di turno: questo è un messaggio che non può essere dato e dal quale prendiamo le distanze. Prima di prendere posizione volevamo capire se i fatti contestati rappresentassero un evento isolato e, non avendo documentazione alcuna a riguardo, siamo rimasti in attesa che quanto emerso potesse essere inquadrato, con maggiori dettagli, dagli organismi competenti chiamati ad esprimersi sulla legittimità degli atti citati dalla stampa locale”.

“Esprimiamo tutta la nostra contrarietà verso una condotta che non può e non deve essere né giustificata e nemmeno legittimata perché, oltre che essere non opportuna in quanto non rigorosa e nemmeno trasparente, allontana i cittadini dalle istituzioni, lascia spazio ad interpretazioni distorte del ruolo di amministratore pubblico e innesca una pericolosa sfiducia nel concorso collettivo del bene pubblico”

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