Manifestazione a Roma: presenti
alcuni ristoratori cremaschi
Erano partiti con le migliori intenzioni, come tutti, i ristoratori cremaschi che ieri hanno partecipato alla manifestazione romana per chiedere al Governo di sostenere le loro attività, così duramente colpite dalle chisure obbligate. “Ci siamo ritrovati alle 11 al Circo Massimo – racconta Clara Ogliari, coordinatrice regionale di Tutela Nazionale Impresa – e avremmo dovuto spostarci a Montecitorio verso le 14″.
In realtà, davanti alla Camera, i ristoratori non sono mai arrivati. “Forse perché erano presenti altre manifestazioni, forse per timore di quanto accaduto il giorno precedente con ‘IoApro’, quando i manifestanti si sono scontrati con le forze dell’ordine. Fatto sta che la polizia ha bloccato le due uscite del Circo”.
Nessuno entra, nessuno esce. Neppure per recarsi alla toilette: “Dovevo andare in bagno, ci tenevano fermi da ore. Mi sono presentata ai poliziotti da sola, avanzando la mia richiesta, ma la risposta è stata ‘no'”, prosegue Ogliari. Un trattamento che “mi ha sconvolta. Ci hanno trattenuti fino alle 17”.
Nessuno scontro, a differenza del giorno prima: i manifestanti, nonostante la rabbia, sono rimasti tranquilli. “L’unico modo per andarsene era in macchina. Chi è riuscito si è portato in autostrada e l’ha bloccata fino a tarda sera. Mi pare una conseguenza delle restrizioni che ci hanno imposto per tutto il giorno”.
Tra i ristoratori presenti, come spiega Ogliari, “ce ne sono parecchi ridotti allo stremo, al punto da chiedere aiuto economico per andare a Roma a manifestare. Tanti non riescono più a mantenere i figli. E la politica non ci ascolta, ci dà il contentino e non ci fa parlare”.
La riapertura di bar e ristoranti è prevista per maggio, “e va bene. Ma aprimo con pesanti debiti sulle spalle. Devono aiutarci. L’ultimo ristoro corrisponde al 3% della perdita subìta. Non ce la facciamo più”.
Ambra Bellandi