Cronaca

Lgh in A2A, i nodi: presenza
territoriale e concambio

E’slittata al 30 aprile la data ultima per la presentazione da parte di A2A della proposta di fusione per incorporazione di Lgh, la società partecipata anche dal Comune di Cremona, attraverso Aem. Lgh, la holding composta dalle società patrimoniali di Cremona, Rovato, Pavia, Lodi, Crema, è già oggi partecipata al 51% da A2A e con la fusione cesserebbe definitivamente di esistere.

Lo slittamento dei tempi sarebbe dovuto a questioni puramente tecniche, essendo A2A società quotata in borsa e di questo il presidente di Aem Massimo Siboni ha relazionato in mattinata con il sindaco Galimberti. “Il rinvio non implica motivi di preoccupazione, ma ci sono cose che vanno approfondite bene.  Ci auguriamo che la proposta arrivi anche prima del 30 aprile”, afferma Siboni, “perchè poi c’è  ancora un percorso lungo da fare da parte nostra”.

Che si arrivi alla fusione, atto finale della partnership siglata nel 2016 tra Lgh e A2A, è quasi scontato, anche se il clima politico è cambiato. Allora l’operazione venne bollata come pilotata dal centrosinistra a trazione Pd, visto che non solo Cremona, ma anche Crema, Lodi e Pavia erano  dello stesso colore politico. Ora il panorama è più variegato e saranno i consigli comunali a dover dare l’assenso. Sul piano industriale, tuttavia, A2a ha messo sul piatto investimenti molto forti su tutti i territori, ad esempio, per restare su Cremona, il programma di transizione energetica Cremona 20-30.

Quello che ancora non è arrivato ai soci di Lgh è la risposta alle richiesta di garanzie posta ad A2a: adeguata valorizzazione delle quote ma anche mantenimento della presenza territoriale. Al di là della possibile presenza di un rappresentante  nel nuovo Cda di A2A – questione non del tutto chiara – ci sarà da capire il destino delle aziende del gruppo (Linea Green a Cremona) e dei suoi dipendenti. Cremona una sicurezza in tal senso dovrebbe averla: il secondo lotto del Polo tecnologico è una realtà e qui confluiranno tutti gli sportelli del gruppo LGh ora in viale Trento e Trieste, oltre a Linea Green, l’azienda dedicata all’innovazione tecnologica. Ma appunto questo deve ancora essere messo nero su bianco nella proposta preliminare di fusione.

Quanto alla valorizzazione delle quote, Siboni è chiaro: “Una delle attenzioni che avremo è che, fatte salve situazioni straordinarie, la nostra partecipazione in A2a ci dia maggiori utili di quelli che da qualche anno ci sta dando Lgh”, circa 1,8milioni di euro. Per quest’anno si saprà a breve: il bilancio di Lgh è già stato approvato dal Cda e fra poco verrà presentato ai soci.

La polemica in merito alla fusione è stata più volte sollevata dall’opposizione di centrodestra in Consiglio: questo atto segnerà la fine della pur marginale presenza della comunità cremonese all’interno della multiutility. Ma sulle recriminazioni di quanto avrebbe potuto essere non è stato, Siboni fa presente un particolare: “Le aziende si governano solo se hai la maggioranza oppure in presenza di un patto parasociale che te la garantisca in determinate occasioni. Da quando ci sono io, ma anche prima, Lgh non è mai stata nella situazione di poter essere condizionata da Aem: nel Cda eravamo in cinque, ma valevano le teste, non le quote.  Avrebbe potuto essere diversamente con un patto di sindacato, ma non c’era; non esisteva dunque la possibilità di incidere più di tanto, anche con il nostro 30% di quote”.

Quest’anno sarà anche l’anno del rinnovo delle cariche in Aem, cosa che avverrà subuto dopo l’approvazione del Bilancio, prevista per la prima quindicina di giugno. gb

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