Anni di misteri mai risolti Angelo, Arianna, Alessandro, Bledar i 'cold case' cremonesi
In comune hanno i misteri che da anni avvolgono la loro scomparsa. Su di loro non è mai emersa la verità. Troppe domande senza risposta. E poi c’è il tempo che passa, inesorabile, e che continua a lasciare nell’angoscia e nel dubbio chi li ha amati e che ancora non sa e forse non saprà mai cosa è successo. Sono le storie di Angelo Faliva, Arianna Zardi, Alessandro Fiori e Bledar Vukaj. Storie che lasciano l’amaro in bocca.
Dopo quasi vent’anni dal suo ritrovamento, sotto un ponticello di Torricella del Pizzo, di Arianna Zardi, la 25enne di Casalbellotto, non si è più saputo nulla. Omicidio, incidente, suicidio ?. Nel gennaio del 2016 il corpo della ragazza, studentessa di Teologia, era stato riesumato per essere esaminato. “Non abbiamo mai ricevuto notizie riguardo gli esiti della consulenza disposta dall’allora procuratore Roberto di Martino”, ha fatto sapere il legale della famiglia, Giovanni Bertoletti. Non aveva prodotto i risultati sperati nemmeno la prova del Luminol, il composto chimico impiegato dalla polizia scientifica per rilevare il sangue. Il test era stato effettuato nell’ottobre del 2016 sul luogo del ritrovamento del corpo che era stato trasformato dagli esperti del Ris in una grande camera oscura per trovare elementi utili all’indagine. Nemmeno gli esami del dna sul giro di amicizie della vittima avevano fatto luce su un mistero destinato ad essere archiviato.
Undici anni, invece, sono passati dalla scomparsa di Angelo Faliva, il giovane cuoco cremonese sparito nel nulla mentre si trovava a bordo della nave da crociera Coral Princess in viaggio da Aruba a Cartagena, in Colombia. Una piccola luce di speranza si era accesa quando, il 25 novembre del 2019, i poliziotti della Scientifica di Milano inviati a Cremona dal Ministero degli Esteri si erano presentati a casa dei familiari per prendere il loro dna e confrontarlo in Colombia con il profilo genetico di corpi mai identificati ritrovati in questi anni nella zona della scomparsa. La Scientifica aveva portato via anche una camicia e tre paia di ciabatte di Angelo, recuperate all’epoca dell’ultimo imbarco dalla sua cabina. “Nessuno ci ha più contattato e non abbiamo saputo più nulla”, ha commentato Chiara, la sorella di Angelo. Nel giugno dell’anno scorso il sostituto procuratore Francesco Messina aveva chiesto l’archiviazione del caso.
E poi c’è il giallo della morte Bledar Vukaj, il 20enne di origini albanesi, quarterback della squadra di football americano Panthers Parma, trovato cadavere il 25 marzo 2003 sul greto del Po a Casalmaggiore, sotto il ponte stradale dell’Asolana. In questi anni il caso ha visto diverse richieste di archiviazione da parte della procura, richieste a cui la famiglia si è sempre opposta. Francesk, il papà di Bledar, non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio. Secondo la famiglia e gli esperti di parte incaricati di far luce sulle dinamiche della morte del giovane atleta, le ferite riportate non sono compatibili con una caduta dal ponte. Secondo Alberto Riccadonna, perito balistico forense, il giovane sarebbe stato colpito e lanciato dalla scogliera da più persone che avrebbero poi inscenato un suicidio.
Infine il caso più recente, l’omicidio irrisolto di Alessandro Fiori, il manager di 33 anni di Soncino partito il 12 marzo del 2018 per Istanbul dove aveva programmato di restare un paio di giorni e trovato cadavere il 28 marzo successivo sulle rive del Bosforo. L’autopsia sul suo corpo aveva individuato come causa della morte un profondo ‘solco’ nella parte posteriore della testa. Alessandro, dunque, sarebbe quindi morto in seguito a quel colpo e poi buttato nello stretto. Ma la burocrazia, i ritardi, l’indagine passata di mano in mano e i tanti silenzi hanno di fatto affossato l’inchiesta. Tra le ipotesi prese in considerazione dagli inquirenti turchi c’era anche quella della rapina finita male. Ma anche nel caso Fiori, tanti misteri, poche certezze.
Sara Pizzorni