Presentato ieri sera lo studio realizzato da Cecilia Bombari, studentessa della 5 A scientifico del Racchetti da Vinci, che ha somministrato alle classi quinte il questionario dal titolo significativo, che ne racchiude già la finalità: “Come stiamo?”, un vero e proprio studio di metodologia e tecnica della ricerca sociale. Occasione per indagare la situazione psicologica ed emotiva dei ragazzi, non per fare una valutazione relativa alla scuola e alla gestione della pandemia. Uno strumento per capire come stanno i ragazzi e conoscere i loro sentimenti in questo periodo così complicato, come sottolinea la docente Barbara Pagliari, coordinatrice del giornalino scolastico, nell’ambito del quale è nata l’idea di questo studio, che nei prossimi giorni verrà pubblicato integralmente sul sito della scuola https://www.racchettidavinci.edu.it/.
Ospiti. Oltre al dirigente scolastico Claudio Venturelli, numerosi gli interventi, dai docenti del Racchetti impegnati nella gestione della scuola a vario titolo: Angela Beretta, Francesca Duranti, Pier Angelo Vailati, l’avvocato Maria Luisa Crotti in veste di presidente del Consiglio d’Istituto e poi, una nutrita rappresentanza della giunta comunale, con gli assessori Attilio Galmozzi, Michele Gennuso ed Emanuela Nichetti, nella doppia veste di componente la giunta e storica docente del Racchetti.
Adesione dei ragazzi. Il questionario rivolto alle classi quinte ha riscosso una partecipazione elevatissima ha detto il preside Venturelli: “Poco più del 70% degli studenti di quinta, vittime della confusione e della contradditorietà mediatica di questi mesi ha partecipato al questionario. Dall’analisi dei dati, particolari incoraggianti, perchè i ragazzi hanno bisogno della scuola, come ancora di salvezza e noi lo siamo stati, baluardo e punto riferimento per educazione, formazione, punto d’appoggio”. Una scuola ha concluso Venturelli, sempre viva e in piana attività anche nelle scorse settimane, nonostante la DaD, che ha portato avanti i suoi numerosi progetti, a partire proprio dal giornalino scolastico citato in apertura.
Il dirigente Molinari. All’incontro è intervenuto anche il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, Fabio Molinari il quale ha evidenziato le conseguenze che la pandemia potrà produrre nel tempo sui ragazzi: “Ha eliminato totalmente una parte del mondo vissuto dai ragazzi, isolandoli e cambiando le abitudini. Aumenteranno i ragazzi con bisogni educativi speciali – ha osservato il dirigente – e noi dobbiamo essere pronti a sostenerli, un ulteriore carico su docenti e presidi, che già hanno dovuto affrontare un gran lavoro nell’ultimo anno”.
Cosa manca ai ragazzi? Nel suo intervento la protagonista del lavoro, Cecilia Bombari, quasi per nulla emozionata a dispetto della giovanissima età, ha presentato il suo progetto. Cecilia, con rigore scientifico, corredato da dati, grafici, conclusioni, è partita dalla domanda che pone anche a se stessa, “Come stiamo?”. Da lì, la volontà della ragazza di indagare l’instabilità dei giovani, in un momento nel quale si vive come “marionette in balia delle onde di un sistema gestito dagli adulti”. Il questionario proposto ai sui compagni affronta numerosi interrogativi: dalla percezione della didattica a distanza, (motivante o meno, che crea disuguaglianza, oppure no), al distacco tra giovani ed adulti, e poi, incertezza, paura, sconforto, ansia, ma nello stesso tempo, consapevolezza e maturità. Ma che cosa manca ai ragazzi? Nelle conclusioni, emerge un malessere generale, la percezione di non aver più la possibilità di vivere appieno anni che non torneranno e la difficoltà nell’individuare “un modo per incanalare la turbolenza dell’adolescenza”. C’è anche la richiesta alla scuola, di poter organizzare incontri con psicologi e approfondire il benessere psicologico dello stare a scuola.
L’importanza della relazione. Per la prof.ssa Beretta il lavoro di Cecilia Bombari, “conferma la correlazione tra relazione e benessere psicologico, con i ragazzi che chiedono ai docenti di diventare degli adulti che si fanno carico della crescita umana in senso lato”. L’avvocarto Crotti ha sottolineato invece il punto di vista dei genitori: “Capiamo i vostri bisogni ed il momento è difficile per tutti è vero che non bisogna psicologizzare tutto, ma neanche minimizzare. Anche per questo, ci saranno nelle prossime settimane incontri per docenti e alunni, con la collaborazione della Neuropsichiatria di Crema”. La chiosa è della prof.ssa Nichetti: “La scuola non è solo trasmissione di nozioni e questo con la DaD vi è stato tolto”.
Ilario Grazioso