Cronaca

Finalpia, La Sinistra: 'Vendita sia subordinata ad un progetto concreto e definito

“Il futuro di Finalpia è un tema molto importante e la nuova normativa (che è stata approvata in Consiglio Comunale senza il nostro voto) certamente non aiuta il Comune di Crema a decidere serenamente circa l’ex colonia”. A prendere parola sul tema sono Emanuele Coti Zelati e Paolo Losco, rappresentanti della lista ‘La Sinistra’.

“La nuova normativa non consente al Consiglio Comunale di mantenere un vero controllo sul CdA della Fondazione Colonia Finalpia, cosa che rischia di produrre delle aberrazioni come quella che abbiamo visto su Fondazione Benefattori Cremaschi: il caso dei 100.00 € che Uniti per Cremona rivuole indietro perché spesi su capitoli differenti rispetto a quelli previsti dalla donazione e della Sindaca Bonaldi che non commenta – perché la cosa riguarda FBC e Uniti per Cremona e non il Comune! – è sufficientemente emblematico di una politica che non si prende le proprie responsabilità e di un organismo con cui, per poter interloquire, i Capigruppo di minoranza hanno dovuto predisporre una richiesta scritta comune salvo poi scoprire che la comunicazione tra la Presidente di FBC Baruelli e la Sindaca  è costante. Delle due l’una o si è autonomi oppure no: se si decide di essere dialogando tale dialogo non può essere uno scambio “personale” ma istituzionale, in primis con tutto il Consiglio Comunale specialmente quando si riceve, da parte del Comune e del voto in Consiglio Comunale, un contributo di 50.000 euro (per via di un deficit di oltre 2 milioni di euro)”.

“Alla luce di quanto sopra e del dibattito, per la verità con caratteristiche di grande incoerenza da parte di questa maggioranza che da un lato vuole una Fondazione Finalpia autonoma ma dall’altro pretende di dettare l’agenda dello stesso CDA, ci esprimiamo a favore della vendita dell’hotel di lusso poiché non produce alcuna rilevante ricaduta positiva sulla comunità cremasca (anche per via di una inefficace gestione da parte dell’attuale CDA) tuttavia questa nostra posizione è subordinata alla necessità di declinare meglio ciò che si intende fare con il ricavato della vendita: allo stato attuale non pare infatti che esserci un’ipotesi così generica da rischiare di sembrare campata per aria”.

“E’ in questo tipo di situazioni che la città rischia di perdere – concludono – pensiamo che per decidere di muoversi sia necessario sapere dove andare ma sembra invece che quì nessuno lo sappia con certezza o per lo meno se esiste un obiettivo ben definito esso non sia condiviso e questo sarebbe gravissimo”.

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