Lettere

Il futuro
della Sanità
territoriale

da Virginio Venturelli - Comunità socialista cremasca

La Comunità socialista cremasca, in previsione della  discussione  sulla attuazione della  legge regionale 23/2015,  inerente  l’evoluzione  del sistema socio sanitario lombardo, fu la prima espressione politica a sollevare l’opportunità di non mancare l’occasione per riconsiderare la configurazione  della  ATS Valpadana.

A distanza di 5 anni dalla entrata in vigore della citata riforma e dopo  l’esperienza  del pandemico contagio da  Covid 19,  la Comunità socialista cremasca,  in più interventi ha  sensibilizzato i Sindaci dei nostri territori, ad  una  valutazione  complessiva dei risultati conseguiti, delle difficoltà incontrate, delle  sperequazioni  irrisolte  a sostegno dei servizi  erogati,  dei  rapporti  in essere  tra  il  sistema pubblico e quello privato.

Nulla di estemporaneo, ma semplicemente un esplicito invito ai Sindaci ad maggiormente protagonisti,  come peraltro la stessa  legge prevede e sollecita  a:

-formulare proposte sull’organizzazione territoriale dell’attività sociosanitaria e socio assistenziale,

-partecipare alla verifica dello stato di attuazione dei programmi e dei progetti di competenza delle ATS con particolare riferimento a quelli relativi alle ASST,

– promuovere  l’integrazione delle prestazioni e/o delle funzioni sociali, con le funzioni e/o le prestazioni dell’offerta sanitaria e sociosanitaria ,

– esprimere  pareri sulla finalizzazione e sulla distribuzione territoriale delle risorse finanziarie.

In sintesi  a sostegno della conferma o  della  variazione degli indirizzi  futuri, sarebbe opportuno discutere il bilancio territoriale della riforma, ovvero un documento che, analizzasse la situazione  attuale  rispetto a  quella  precedente  la  trasformazione  delle  Aziende Sanitarie Locali ( ASL )  nelle odierne  Agenzie di Tutela della  Salute,  (ATS ).

Nei mesi scorsi abbiamo annotato con disappunto le  cautele  di  quanti  insistono nella  salvaguardia  degli assetti e  degli  equilibri  politico – amministrativi  esistenti, solo per interessi  di parte.

Sulla falsariga delle nostre considerazioni,  si è particolarmente distinto il sindaco Antonio Grassi di Casale Cremasco.

Con una decisione amministrativa concreta,  ha rilanciato le considerazioni sopra riassunte con l’aggiunta di riportare la sede dell’ ATS a Cremona, in un OdG approvato oltre che dal proprio Consiglio comunale, anche da altre ventuno Amministrazioni Comunali,  con  deliberazioni  pressoché analoghe.

In sede regionale, si sono fatti portavoce  dei problemi esistenti sia il consigliere PD Matteo Piloni che quello del M5S Degli Angeli.

In fase di definizione pare esserci anche il documento dell’Area Omogenea cremasca, avviatosi con un vivace confronto interno.

Sul piano più strettamente politico, vanno segnalate le prese di posizione favorevoli di Rifondazioni Comunista e della Sinistra Italiana e più tiepidamente del PD

All’appello, sullo spostamento della sede dell’ATS da Mantova  a Cremona, cosi come, sulla scissione della stessa ATS Valpadana, che ripristini l’autonomia del sistema sanitario cremonese, mancano gli appoggi  della Lega, di Fratelli d’Itali e di Forza Italia, partiti di maggioranza in Regione Lombardia.

Una lacuna assai vistosa.

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