Cronaca

Ecomostro, Denti: 'Oneri dovuti solo se l'operazione si fosse concretizzata'

“La quotidiana e financo compulsiva opera di demonizzazione da parte del Consiglieri di minoranza (dettata da ragioni elettorali, piuttosto che per fare
l’interesse della cittadinanza cremasca), mi permetto di osservare, da soggetto non esposto politicamente (e financo indifferente ai temi politici), che la stessa non ha fatto altro che creare nuovi ostacoli alla soluzione della problematica”.

A chiarire alcuni punti relativi all’ecomostro di via Indipendenza, rispondendo ai numerosi attacchi della Minoranza consigliare, è Antonio Denti, Amministratore Unico della Gerundo Center che possiede l’immobile sito nel quartiere San Carlo. “Lo faccio oggi in quanto è noto che nel convocato Consiglio Comunale odierno verrà discussa una interpellanza presentata da Forza Italia”.

Un interrogativo al quale neppure Denti è in grado di rispondere. Ma nel suo ‘sfogo’ chiarisce i motivi per cui l’operazione di recupero dell’ecomostro è bloccata. “La banca di Piacenza, che aveva accettato di finanziare l’intervento 6.100.000 euro, si è tirata indietro, con la motivazione che non è possibile finanziare un credito deteriorato”. La Banca aveva un credito di 3,5 milioni con la precedente proprietà (Effe Due immobiliare) e ha cercato di recuperarne almeno un parte proponendo l’intervento a Denti che, dopo la firma dell’accordo quadro nel 2017,  ha chiesto il cambio di destinazione d’uso e nel 2019 ha firmato la convenzione con il Comune di Crema. “Mentre ancora il giorno prima della firma ricevevamo assicurazioni dalla Banca di Piacenza sul procedere dell’intervento, questa ha annullato immediatamente dopo l’appuntamento dal notaio per la firma del mutuo previsto nell’”Accordo Quadro” sottoscritto, fissato per il giorno 30 Ottobre 2019, convocandoci per il successivo 12 novembre 2019 presso la loro sede di Piacenza dove ci veniva chiesto, per la prima volta, di partecipare con nostra finanza all’operazione”. Avendo a quel tempo già sostenuto “ingenti costi notarili, progettuali, peritali, di verifiche strutturali, ambientali, geologiche, pagato gravami di creditori della precedente proprietà, ceduto il terreno al Comune su cui realizzare il parcheggio, pagato monetizzazione parcheggi, rilasciato fidejussioni per quasi 300 mila euro, per non perdere danaro e lavoro, abbiamo dato la nostra disponibilità ad assecondare queste richieste”.

Da quel momento ad oggi “abbiamo continuamente interloquito con la Banca di Piacenza per definire un accordo per procedere con l’operazione, arrivando per
ultimo a proporre tutto il ventaglio di ipotesi percorribili e cioè:

  • continuare insieme alle condizioni originariamente pattuite ma con aggiunta la disponibilità a fare la nostra parte finanziaria di equity, che, lo ripeto, non ci era mai stata chiesta prima;
  • uscire dall’operazione, da parte nostra, per lasciare alla Banca la facoltà di scegliere altro partner, per procedere alla riqualificazione dell’immobile;
  • ottenere dalla Banca il consenso a cedere il loro credito, per uscire essa dall’operazione e consentire, a noi, di procedere in proprio. Più di questo non potremmo proprio fare ma occorre fare in fretta”.

“Attendo con curiosità di sentire cosa verrà detto oggi pomeriggio in Consiglio. Riteniamo di avere fondate, provate e documentate ragioni per lamentare il mancato rispetto degli impegni contrattualmente assunti dalla Banca e rimetterci a decisioni di giustizia nei competenti Tribunali, auspicando comunque come sempre dichiarato tutta la nostra volontà a cercare fino all’ultimo una soluzione condivisa”.

Denti, inoltre, risponde agli attacchi di Forza Italia: “Ho iniziato ad occuparmi di questo immobile non perché ‘richiestomi dall’Amministrazione Comunale’, bensì dall’Istituto di credito. Non ho ‘amicizie politiche del PD’ ne sono ‘amico degli amici’ di questa Amministrazione così come maliziosamente i Consiglieri di minoranza ripetutamente insinuano. Amministrazione che ringrazio per aver creduto all’iniziativa, e per cercato in tutti i modi di agevolarla nel solo interesse della città e dei cremaschi”.

Infine, un passaggio sui iscussi 800mila euro di oneri di urbanizzazione che non sono stati versati; un tema “assolutamente strumentale in quanto è evidente che questi danari sarebbero dovuti solo nel caso che l’operazione si facesse mentre non facendola, non sono certo dovuti. Non si può osteggiare in tutti i modi il tentativo di recupero e poi lagnarsi se non facendolo vengono meno gli incassi conseguenti”.

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