‘Uniti’, Mazzetti in manette per riciclaggio e minacce. Tesoretto sottratto è di 250.000 euro
AGGIORNAMENTO – Svolta importante nell’indagine della guardia di finanza sull’inchiesta relativa alla sottrazione di fondi ai danni della onlus ‘Uniti per la provincia di Cremona’ che vede coinvolti Renato Crotti, ex gestore “di fatto” dell’ente benefico, Attilio Mazzetti, ex gestore di locali notturni, e Cristiano Bozzoli, titolare di un’impresa di vendita di stufe e caldaie, tutti indagati, in concorso, per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e alla truffa. Per l’accusa, avrebbero prelevato soldi da utilizzare per scopi estranei alle finalità benefiche.
Questa mattina i militari della finanza hanno arrestato Attilio Mazzetti con le accuse di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e al riciclaggio, per aver emesso fatture per operazioni inesistenti e per aver tentato di minacciare uno degli altri indagati, un presunto fornitore, in relazione alle dichiarazioni che aveva rilasciato durante le indagini. Prima gli avrebbe offerto 25.000 euro, poi avrebbe minacciato di gambizzarlo. Da questa mattina, inoltre, sono in corso perquisizioni presso la sede di ‘Uniti per la provincia di Cremona’, presso l’abitazione di Renato Crotti, e presso l’abitazione dell’arrestato. Sotto la lente della finanza ci sarebbe un importo complessivo di circa 250.000 euro sottratto alla onlus che era arrivata a raccogliere 4 milioni di euro per finanziare iniziative anti- Covid.
L’indagine ipotizza prelievi illeciti e soldi dirottati su conti correnti all’estero. Si parla anche di false sanificazioni, del pagamento di servizi giornalistici mai effettuati e dell’acquisto di impianti di allarme installati nelle abitazioni di persone ignare. Nelle carte emerge anche uno scenario erotico sessuale gestito dallo stesso Crotti che avrebbe proposto a tre intimi conoscenti offerte di lavoro per la onlus, ma in realtà i pagamenti effettuati ai soggetti avvicinati avrebbero riguardato particolari prestazioni di natura sessuale richieste dall’indagato.
Da parte sua Mazzetti è accusato di aver ricevuto fondi per opere di sanificazione mai eseguite con bonifici su conti aperti in Bulgaria. Per gli inquirenti, a disporre i pagamenti sarebbe stato lo stesso Crotti. Secondo l’accusa, ci sarebbero stati bonifici a favore di Bozzoli, operazioni ritenute “anomale” dagli investigatori, insospettiti anche da reciproci trasferimenti di denaro su conti esteri, accesi in Bulgaria e Gran Bretagna, tra Bozzoli e Mazzetti. All’epoca, sentito dagli inquirenti, Bozzoli si era giustificato esibendo la copia di una fattura che riportava come causale la ‘preparazione e consegna a domicilio di 750 pasti caldi’. Secondo la finanza, però, il pagamento effettuato a suo beneficio dalla onlus non corrispondeva ad alcuna prestazione effettivamente resa da Mazzetti.
Sara Pizzorni