Cronaca

Presidi Uil a Cremona e Crema per difendere i lavoratori della sanità

Il Sindacato UIL FPL di Cremona si è mobilitato oggi 13 novembre a sostegno di coloro che garantiscono la nostra salute, i lavoratori della Sanità Pubblica dell’ASST di Cremona, dell’ASST di Crema e dell’ATS Valpadana, iniziativa che fa seguito allo stato di agitazione recentemente indetto, per ribadire le richieste per il diritto alla sicurezza sul luogo di lavoro, con particolare attenzione al personale sanitario, tramite la presenza costante dei DPI idonei, l’utilizzo dei tamponi e della sorveglianza sanitaria.
A questa iniziativa hanno partecipato i lavoratori del pubblico impiego, in segno di solidarietà per il personale sanitario che sta affrontando carichi di lavoro e turni sempre più pesanti mantenendo invariata la propria professionalità ed umanità, garantendo livelli di qualità ed eccellenza. I presidi si sono svolti a Cremona, davanti all’ospedale e presso la sede dell’Ats, e a Crema (ospedale).
Rivendicati il diritto a lavorare in sicurezza, il rinnovo dei contratti e chieste nuove assunzioni.
“Il contratto collettivo nazionale – si legge nel comunicato inviato dalla segreteria provinciale –  è ormai scaduto dal 2018 e ancora oggi si fatica a far riprendere il confronto tra le parti per arrivare ad un nuovo contratto di lavoro che valorizzi le professionalità che il personale sanitario ha dimostrato e dimostra ogni giorno”.
“Molte sono le segnalazioni che pervengono dai luoghi di lavoro per la mancata osservanza delle procedure di contenimento del virus.  Il Personale Sanitario deve essere tutelato per evitare di mettere a rischio la sua salute, quindi quella dei cittadini e il servizio di cura. Altrettanto indispensabile e urgente è procedere con nuove assunzioni per implementare il personale e rafforzare i servizi sanitari, anche attraverso la stabilizzazione dei Lavoratori assunti con contratto a tempo determinato. Una mobilitazione collettiva di Lavoratrici e Lavoratori contro chi nega l’esistenza del virus, dell’emergenza epidemiologica e del rischio che stanno correndo medici, infermieri e tutto il personale sanitario”.

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