Cronaca

Morte Pamiro: al cantiere simulazioni di caduta con un manichino

Un esperimento per calibrare altezza e dinamiche di caduta. E’ quanto hanno fatto oggi gli inquirenti che si sono occupati della morte di Mauro Pamiro, il professore e musicista 44enne trovato privo di vita lo scorso 29 giugno nel cantiere edile di via Mazzolari, nel quartiere dei Sabbioni a Crema. Un esperimento che la procura, nella persona del pm Davide Rocco, ha deciso di effettuare per scrupolo, avendo già i risultati dell’autopsia che ha accertato la compatibilità della caduta con l’altezza del ponteggio. Una simulazione con un manichino che cade per capire la dinamica della caduta della vittima, sul cui corpo non c’è traccia di lesioni attribuibili a terze persone. Escluso l’omicidio, rimangono aperte le piste della caduta accidentale o del gesto estremo. Ed è proprio su queste due ipotesi che si concentra il lavoro di ricostruzione dei tecnici incaricati dalla Procura di Cremona.

Svariate le simulazioni effettuate, lasciando cadere il fantoccio da più punti della casa in costruzione – ancora sotto sequestro -: dal tetto, con e senza ricorsa, e poi leggermente più in basso dall’impalcatura. Presenti in cantiere anche Ats e la polizia del commissariato di Crema.

Nel corpo di Mauro, precipitato, la notte tra sabato 27 e domenica 28 giugno, dal ponteggio di una villetta in costruzione, c’era un’alta concentrazione di cannabis, così come emerso dalle analisi tossicologiche. E c’è anche un video estrapolato da una telecamera della zona nel quale si vede Pamiro da solo mentre raggiunge il cantiere. “Un drammatico fatto che riguarda la vita privata delle persone”, aveva già detto il procuratore Roberto Pellicano. “Riteniamo di aver raggiunto elementi sufficienti per escludere le responsabilità di terzi nella vicenda”, aveva detto, facendo intendere l’intenzione, una volta chiuse tutte le attività ed ottenuto tutti i riscontri, di chiedere l’archiviazione del caso. E quello di oggi dovrebbe essere l’ultimo atto.

Parallelamente sono al lavoro anche i consulenti e i legali nominati dai genitori di Mauro che martedì scorso erano tornati sul luogo del ritrovamento del corpo per effettuare nuove misurazioni, anche con l’aiuto di un drone. I genitori della vittima non credono alla tesi dell’incidente, nè tantomeno a quella del suicidio, e per vederci chiaro hanno messo in campo il genetista forense Marzio Capra, nominato dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni che assiste Franco Pamiro, il papà di Mauro, e l’ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano per Marisa Belloni, la mamma della vittima, rappresentata dall’avvocato Antonino Andronico. Lo scorso 29 settembre gli esperti si erano trovati nel laboratorio della polizia scientifica di Milano per esaminare alcuni reperti sequestrati dal cantiere dove è stato trovato il cadavere, soprattutto sangue e campioni biologici prelevati nel corso dell’autopsia, compresi alcuni indumenti del professore cremasco: maglietta, bermuda, boxer e un sandalo. All’incontro aveva partecipato anche il responsabile del gabinetto regionale di polizia scientifica Roberto Giuffrida, consulente della procura, e Andrea Piccinini, responsabile del laboratorio di Genetica forense dell’istituto di Medicina legale dell’università di Milano, per l’avvocato Mario Palmieri, legale di Debora Stella, moglie di Pamiro, dall’inizio dell’inchiesta indagata per omicidio come atto dovuto.

Sara Pizzorni e Ambra Bellandi

 

 

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