Cronaca

I resti potrebbero essere di Sabrina. Ma la famiglia non potrà riavere le ceneri

Da una parte il corpo di Sabrina Beccalli che non si trova, nonostante sia stato cercato in tutti i modi e in tutte le direzioni, dall’altra l’insistenza dell’indagato Alessandro Pasini nel dichiarare di aver bruciato il cadavere nell’auto. A questo punto la procura non esclude che i resti ritrovati nella macchina possano essere umani. Tanto che ha chiesto la disponibilità del medico legale Cristina Cattaneo di esaminare quanto trovato all’interno della Panda della vittima. Sulla base di due valutazioni medico veterinarie, però, quei resti apparterrebbero ad un cane. Ieri il consulente tecnico della difesa, dopo una valutazione delle immagini fotografiche, ha invece sostenuto che almeno una delle ossa individuate nell’abitacolo della Panda distrutta dalle fiamme appartiene ad un essere umano e non a un cane.

“Alla luce delle ricerche”, ha dichiarato oggi il procuratore Roberto Pellicano, “visto che non è tanto plausibile la speranza di trovare un corpo, e alla luce dell’ostinazione dell’indagato nel sostenere una tesi che in fin dei conti non è a suo favore, ritengo utile sottoporre a perizia i resti del corpo ritrovato nell’auto”. “Resti”, ha ricordato il procuratore, “che si limitano alle ossa, posto che i tessuti, del tutto consumati, non si prestano ad alcun tipo di accertamento”. Dunque, dopo aver cercato Sabrina dappertutto, si fa strada il sospetto che quei resti possano davvero essere quelli della 39enne cremasca scomparsa a Ferragosto. Un’ipotesi che se anche dovesse trovare conferma, ha comunque fatto sapere il procuratore, “non modifica di una virgola, e anzi corrobora tutto quanto perseguito finora dalla procura”. La tesi dell’omicidio volontario resta sul piano logico l’unica verosimile”.

La svolta nell’indagine, se confermata dai successivi accertamenti, non consentirà tuttavia alla famiglia di Sabrina di riavere i resti della donna: lo scheletro infatti si presenta incompleto e le ceneri, con quanto restava delle ossa, sono state distrutte dall’Ats in quanto considerate la carcassa di un cane.

Nell’interrogatorio davanti al gip, Pasini aveva ammesso di aver tagliato il tubo del gas della caldaia dell’abitazione della sua ex dove Sabrina sarebbe morta con l’intenzione di far saltare per aria la casa e di cancellare le tracce. Non riuscendoci, avrebbe quindi deciso di spostare il corpo in auto per darlo alle fiamme. Secondo gli investigatori, la 39enne, diversamente da quanto affermato dall’indagato, non sarebbe morta per overdose, ma sarebbe stata uccisa dallo stesso Pasini, forse dopo un’avance rifiutata. Dando alle fiamme macchina e corpo, probabilmente il 45enne cremasco, in carcere per omicidio, distruzione di cadavere e crollo di costruzioni, pensava di farla franca, almeno per quanto riguarda l’accusa di omicidio, impedendo agli investigatori di effettuare l’autopsia e scoprire le cause della morte della donna.

Nel frattempo Alessandro Pasini non si trova più nel carcere di Cremona. E’ stato trasferito a Monza per ‘incompatibilità ambientali’: a Cà del Ferro è detenuto anche l’ex fidanzato di Sabrina, coinvolto a metà luglio in una lite a San Bernardino. Quest’ultimo, pregiudicato con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona, aveva accoltellato un altro uomo. Il reato sarebbe maturato in un ambito di malavita locale e per motivi di gelosia.

Sara Pizzorni

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