Pasini avrebbe ammesso di aver incendiato l'auto. E spunta anche un monopattino
AGGIORNAMENTO – Non avrebbe negato di aver portato l’auto di Sabrina Beccalli nelle campagne di Vergonzana e di avervi successivamente dato fuoco. Emergono altri particolari dell’interrogatorio tenuto oggi in carcere da Alessandro Pasini, l’uomo indiziato per omicidio e distruzione di cadavere della 39enne, che ha risposto alle domande del Gip Giulia Masci nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo. Domani sarà emesso il provvedimento nel quale verrà stabilita l’eventuale misura cautelare.
Pasini avrebbe portato la Fiat Panda a Vergonzana nel pomeriggio di sabato 15 agosto e sarebbe tornato sul posto successivamente, in base alle immagini della telecamera di sorveglianza che lo mostrerebbero su un monopattino, attorno alle 20,30. Un’ora dopo scattava l’allarme ai vigili del Fuoco per l’incendio dell’auto.
Molto resta da chiarire nella vicenda: perchè mai sia stata data alle fiamme l’auto e dove sia finita Sabrina, innanzitutto. Ma anche che cosa abbiano trovato i carabinieri del Ris nell’abitazione ispezionata oggi della ex compagna di Pasini, ancora in vacanza in Sicilia, dove si suppone che Pasini abbia soggiornato, anche in sua assenza. Anche quest’ultima donna, abita nella stessa zona di san Bernardino di Pasini e di Sabrina.
Dalle risultanze di oggi si va delineando un delitto d’impulso, non premeditato, scattato in seguito ad un input improvviso ed imprevedibile: quello che sta alla base di molti casi di femminicidio.
Pasini è stato interrogato dalle 15 alle 16,30. Assistito dall’avvocato Paolo Sperolini, stavolta ha risposto alle domande. Laconico il legale all’uscita dal carcere: “Pasini ha collaborato col magistrato e sono in corso le indagini. I magistrati stanno facendo verifiche tecniche”. “E’ provato ma collaborativo, ha raccontato tutto quanto è successo quella notte”, ha poi aggiunto. Proprio mentre si svolgevano le ultime battute dell’interrogatorio, a Vergonzana intanto ricominciavano le ricerche di Sabrina. I Carabinieri hanno chiuso una strada (poi riaperta) e posto sotto sequestro una vasca di decantazione dei liquami, a circa 200 metri da dove è stata trovata bruciata la Panda di Sabrina il giorno di Ferragosto, in una zona già battuta nei giorni scorsi da protezione civile e vigili del fuoco, senza che della donna si sia trovata traccia. Una delle ipotesi è che durante l’interrogatorio Pasini abbia fatto riferimento a quei luoghi. Più tardi si è appreso che in quella vasca non ci sarebbe nulla e che le ricerche riguarderebbero una roggia.