Cronaca

Abusi su due bambine, 30enne a processo. Sul cellulare, il video dell'orrore

Sarà processato con il rito abbreviato davanti al gup di Cremona, il 30enne indiano arrestato nell’agosto dello scorso anno dalla squadra mobile di Crema con l’accusa di violenza sessuale su minore. Nei confronti dell’uomo, ex macellaio, difeso dall’avvocato Massimiliano Capra, sarà emessa sentenza il prossimo 16 luglio. Contro di lui, attraverso il legale Antonino Andronico, si sono costituiti parte civile i genitori della piccola vittima, oggi 11enne. Respinta la richiesta di perizia psichiatrica avanzata dalla difesa. All’epoca dei fatti, oltre alla bimba, figlia di amici di famiglia dell’imputato, era stata contestata violenza sessuale anche su un’altra bambina di 9 anni, una vicina di casa. Per questo caso l’udienza è in programma il prossimo 9 luglio a Brescia. I genitori sono rappresentati dall’avvocato Micol Parati. Tra le accuse contestate, anche quella di pedopornografia. Secondo la procura, gli episodi sarebbero avvenuti in una corte con vari appartamenti in una frazione di Crema, corte in cui il 30enne, ora in carcere, possedeva un garage in cui effettuava alcuni lavoretti. Durante l’arresto gli uomini della polizia giudiziaria del Commissariato di Crema gli avevano sequestrato un cellulare su cui era stato ritrovato un video con scene di violenza nei confronti della più piccola. Erano stati i genitori della bimba di 9 anni ad accorgersi per primi di ciò che stava accadendo alla figlia, quando, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, avevano trovato sul cellulare della piccola alcuni messaggi whatsapp con cui il vicino di casa la invitava ad andare da lui, minacciandola di rivelare a tutti quello che era successo. Il 30enne è accusato di atti di libidine e palpeggiamenti nei confronti dell’11enne, figlia di amici di famiglia che periodicamente lo andavano a trovare. Le violenze si sarebbero consumate nel garage in cui lui attirava le vittime. “In quelle occasioni i genitori  si trovavano in casa”, aveva detto all’epoca l’avvocato Andronico, “non immaginando che cosa stesse succedendo nel cortile in cui la figlia aveva sempre giocato serenamente”.

Sara Pizzorni

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