Rimozione in blocco di persone "non gradite": tutte le ipotesi di accusa a Paolo Voltini
“Divieto a esercitare l’attività imprenditoriale per dodici mesi emessa dal Gip del Tribunale di Cremona nei confronti di Paolo Voltini, attuale Presidente della Coldiretti Lombardia, Coldiretti Cremona e del Consorzio Agrario di Cremona. L’indagine condotta in sinergia tra la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica e il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale ha portato alla luce un sistema di spoil system attuato con modalità illecite da parte dell’attuale vertice del Consorzio Agrario”. Fin qui il comunicato stampa del Comando Provinciale Carabinieri. Ma perchè il Giudice per le Indagini Preliminari Giulia Masci è arrivata a prendere una decisione così grave per un imprenditore agricolo al vertice di diverse associazioni e cooperative? Tanto più che i fatti oggetto dell’indagine risalgono addirittura al luglio 2015 e le indagini hanno preso avvio solo quattro anni dopo, il 3 maggio 2019, perché Ersilio Colombo, ex dipendente del Consorzio Agrario ha presentato ai carabinieri di Camisano una denuncia querela. L’indagine è stata poi rafforzata con l’acquisizione di testimonianze, verbali e intercettazioni telefoniche.
Ersilio Colombo ha raccontato di essere stato costretto a presentare le dimissioni dal Consorzio attraverso minacce. In particolare aveva riferito di una convocazione avvenuta il primo luglio 2015 da parte del presidente Paolo Voltini che gli intimava le dimissioni in quanto insieme al dirigente del servizio macchine Paolo Ferrari, avrebbe provocato un danno al Consorzio di 800mila euro sventolando una cartellina blu nella quale – secondo Voltini – c’erano i documenti comprovanti il buco creato. Colombo chiese di uscire e contattare il suo legale, ma gli fu impedito fisicamente di farlo allontanando dal tavolo il suo telefono. Spaventato dalle minacce (“Potremmo chiedere i danni per i buchi provocati”), Colombo sotto la dettatura di Tullo Soregaroli, responsabile del personale del Consorzio, ha scritto le sue dimissioni. Le affermazioni di Colombo hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni di Paolo Nolli, all’epoca dei fatti Direttore generale del Consorzio. Anche Paolo Ferrari, all’epoca Dirigente addetto alle macchine, dichiarava dai carabinieri di essere stato vittima di un episodio del tutto simile a quanto accaduto al Colombo qualche settimana prima. Secondo quanto dichiarato da Colombo al PM avrebbe perso anche tutte le possibilità di lavoro nel settore.
Diversa la posizione di Paolo Nolli, all’epoca direttore generale del Consorzio che, minacciato di azioni e contestazioni, arrivò a una transazione, dichiarando però di “aver dovuto accettare consapevole che era preferibile non avere contenziosi legali con la Coldiretti” e perché era preoccupato per il proprio futuro professionale. Anche Marco Cangiati, responsabile dei servizi generali e dell’immagini e comunicazione del Consorzio, raccontò di un improvviso licenziamento che si era però rifiutato di firmare. Venne sollevata dall’incarico anche Annamaria Chiara Puliti in quanto non vi era più fiducia nei suoi confronto. La stessa cosa accadde a Giovanni Terni, addetto alle vendite delle macchine agricole che però non firmò la sua lettera di dimissioni in quanto mancavano solo 6 mesi alla pensione, ma la stessa gli fu recapitata a casa. I provvedimenti cautelari prese dal Gip su richiesta del Pm deriverebbero dal tentativo di Voltini di condizionare le indagini, sia istruendo la sua segretaria perchè fornisse al Pm una versione precostituita dei fatti, sia offrendole assistenza legale.
Per questa ragione è scattata la misura di divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale con il ruolo di Presidente sia di Coldiretti che del Consorzio Agrario. Il gip Masci ricostruisce poi il cambio di maggioranza all’interno del Consorzio, avvenuto nel maggio 2015, passando dalla maggioranza di Libera Agricoltori a quella di Coldiretti e facendo notare come il neoeletto presidente ha attuato la politica di rimozione in blocco di persone occupate all’interno del Consorzio che erano state assunte sotto la precedente gestione affidata alla parte politica avversa. Il provvedimento del Gip – si legge nelle carte- è arrivato in quanto “c’è il fondato pericolo che Voltini – se non interdetto anche dall’esercizio della Presidenza di Coldiretti – possa esercitare la propria forza intimidatoria nei confronti di dipendenti del Consorzio, proprio avvalendosi della carica e dei poteri che gli derivano dalla Presidenza di tale associazione”