Troppi morti nelle Rsa, avanti l'indagine della procura Perquisite altre 4 case di riposo
Continua l’indagine coordinata dalla procura di Cremona sulle morti sospette da Covid nelle Rsa cremonesi. Per fare luce su quanto accaduto sono in corso diverse perquisizioni nelle case di riposo locali da parte dei carabinieri del Nas e dei colleghi della guardia di finanza. Oggi gli inquirenti hanno acquisito documentazione in due strutture cremonesi e in altre due cremasche: si tratta della Fondazione La Pace Onlus di via Massarotti a Cremona, della Casa di riposo “Villa Sacro Cuore – Coniugi Preyer” di Casalmorano, della Fondazione Benefattori Cremaschi di via Kennedy a Crema e della Fondazione Casa di Riposo Ospedale dei Poveri di Pandino. In queste quattro strutture le morti si sono registrati decessi pari a circa il 20% dei degenti. Le quattro Rsa perquisite oggi si aggiungono alle altre quattro visitate ieri dal Nas e dalla finanza: Cremona Solidale, Cingia dè Botti, Sospiro e Casalbuttano, dove le morti complessivamente sono state circa 300. Per ora il fascicolo aperto è a carico di ignoti e le ipotesi di accusa sono quelle di epidemia colposa e omicidio colposo. Oltre a cartelle cliniche, mail e altri documenti, agli investigatori, coordinati dal procuratore Roberto Pellicano, è stato consegnato anche il Fasas, il fascicolo socio assistenziale e sanitario di ciascun anziano e che potrebbe dare molte informazioni utili per gli accertamenti.
Una crisi sanitaria e una crisi finanziaria pesantissime, quella delle Rsa, come ha testimoniato anche Walter Montini, presidente Arsac, che se da una parte ha dichiarato di essere fiducioso che le Rsa sapranno fornire tutta la documentazione opportuna per fare chiarezza, dall’altro non ha potuto non parlare dei problemi che verrebbero a crearsi nel caso non venissero coperti tutti i posti rimasti liberi nelle case di riposo, dove nel mese di marzo si è verificata un’impennata di decessi (solo a Cremona Solidale, il 300% in più dell’anno precedente). “Il poblema più grave adesso”, ha detto Montini, “è l’occupazione dei posti letto che sono rimasti liberi. Siamo in una situazione di una gravità estrema. O la Regione ci autorizza ad occupare i posti letto disponibili, altrimenti credo che si crei – come già esiste – all’interno dei bilanci di ogni fondazione un buco difficilmente gestibile. Io credo che le fondazioni a settembre saranno costrette a portare i libri in tribunale e dichiarare il dissesto finanziario”.
Sara Pizzorni