Cronaca

Parte dal territorio cremonese con il progetto Solar la sfida scientifica al virus

Da sinistra, Mannino, Morelli, Generali

Il territorio cremonese, così provato dal virus, lancia una nuova sfida. Ha risposto all’emergenza partecipando al bando “Covid-19: insieme per la ricerca di tutti” indetto da Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Fondazione Veronesi per individuare e sostenere la ricerca di nuovi sistemi di diagnostica e di rilevazione del Coronavirus, per rafforzare e sviluppare ulteriormente quanto si sta già facendo. “SOLAR” è il nome del progetto che Finarvedi Spa, che ha assicurato la copertura economica mancante per il budget previsto, oltre alla disponibilità di rendersi parte attiva nell’avvio sperimentale del Test rapido, ATS Val Padana, ASST di Cremona, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Gruppo Galeno/SOL SpA, con il coordinamento operativo per la stesura del progetto e la candidatura da parte del GAL-Oglio Po, hanno candidato, con al certezza dell’elevato livello qualitativo, scientifico, tecnico e operativo del progetto proposto.

Abbiamo chiesto al professor Daniele Generali, al dottor Salvatore Mannino e al professor Lorenzo Morelli di illustrare il progetto.

Daniele Generali, f.f. di U.O. Multidisciplinare di Patologia Mammaria e Ricerca Traslazionale dell’ospedale di Cremona.

“A seguito dell’ eccezionale emergenza sanitaria determinata dall’epidemia COVID-19, come ricercatori abbiamo scritto, insieme ad alcuni Centri Oncologici Lombardi,  un progetto di ricerca focalizzato sul ruolo dei test rapidi nella gestione routinaria dei pazienti oncologici. Trovato il consenso di diverse realtà in RL, oggi è al vaglio dei rispettivi comitati etici.  Da questo primo step si è passati alla stesura del Progetto SOLAR che si pone l’ambizioso obiettivo di  coniugare fattiva sinergia tra assistenza sanitaria, ricerca industriale e ricerca clinica applicata con formazione di database contenente dati personali e sanitari e di campioni biologici. Questi ultimi, come recentemente indicato dall’ Istituto superiore di sanità (ISS), sono ritenuti di primaria importanza per una efficace strategia prossima di controllo del contenimento del COVID-19. Da universitario impegnato nella ricerca e da cremonese, mi sento in dovere di ringraziare la Finarvedi, Uniti per Cremona, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la AST Val Padana con il Centro Epidemiologico e la ASST di Cremona con la UO Laboratorio Analisi, affinchè tutto questo sia a breve realtà per un rilancio effettivo del territorio nella prossima fase 2 e per il continuo stimolo all’ intergrazione tra ricerca, innovazione, eccellenza, e gestione dei bisogni del territorio”.

Salvatore Mannino, direttore di Ats Valpadana

“ATS Val Padana ha aderito al progetto per migliorare le conoscenze epidemiologiche relative all’infezione da COVID-19 e la comprensione della sua diffusione in particolare negli ambienti di lavoro, al fine di ridurre il rischio sanitario nella popolazione lavorativa sul territorio e quindi anche nella comunità.

Nello specifico verrà valutata la possibilità e l’affidabilità di un approccio di screening rapido di primo livello tramite POCT (point-of-care testing) mobili, attraverso una valutazione qualitativa e quantitativa della risposta immunitaria (test anticorpali e IL-6), per individuare tempestivamente soggetti COVID-19 tra i lavoratori e garantire così la sicurezza loro e quella di familiari, amici e dell’intera comunità.

ATS Val Padana ritiene che questo progetto di ricerca possa essere strategico in vista della fase 2 della pandemia COVID-19 in cui, parallelamente alla ripresa delle attività industriali e commerciali, sarà essenziale garantire un’attenta sorveglianza epidemiologica, per contenere ed evitare possibili nuovi focolai di SARS-CoV-2”.

Prof. Lorenzo Morelli Direttore DiSTAS – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali

“L’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Cremona, mette a disposizione del progetto le più avanzate attrezzature analitiche, recentissimamente (pochi mesi fa) acquisite grazie a finanziamenti di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo nell’ambito di progetti dedicati alla filiera agro-alimentare ma utilizzabili anche in campo clinico-diagnostico. L’obbiettivo è quello per migliorare le conoscenze relative all’infezione da COVID-19 e la comprensione della sua diffusione, al fine di ridurre il rischio sanitario nella popolazione.

La possibilità di utilizzare una digital PCR incrementerà la quantità e la qualità dei riscontri analitici sull’RNA del virus mentre le piattaforme bio-informatiche dell’Ateneo serviranno a compiere le analisi nucleotidiche”.

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