Cronaca

17 mesi senza padre Gigi Il confratello: 'A Bomoanga chiesa e scuola deserte'

Prossima veglia a Sant'Angela Merici e Santa Maria

Foto Sma - Società Missioni Africane

“A Bomoanga la gente, la domenica, non va più in chiesa”. E’ quanto sostiene padre Mauro Armanino, in un post pubblicato dalla pagina Facebook della Sma (Società missioni africane), per la quale padre Gigi Maccalli – missionario cremasco – operava.

Il Sahel, la terra della paura, predata dalle bande armate di gruppi di jihadisti, dove le comunità cristiane nigerine a confine con il Burkina Faso non conoscono pace. E’ di tre settimane fa la notizia che in un villaggio non lontano da Bomoanga sia stato rapito e decapitato il nipote di un infermiere che lavora in un dispensario nella zona, battezzato da bambino.

Un modo, questo, secondo quanto spiega il confratello di Gigi (che si trova a Niamey), per “decapitare” le comunità cristiane, instillare la paura, il terrore di professare la fede. Padre Gigi chiamava la chiesa di Bomoanga ‘la basilica’, “concepita, edificata e da lui inaugurata, è adesso desertata, così come la scuola, attaccata non troppo tempo addietro. Durante l’incontro di formazione coi catechisti e gli animatori delle zona Gourmanché, frontaliera col Burkina Faso, organizzato recentemente a Niamey, è emerso lo sconcerto, la sofferenza, il timore ma soprattutto la loro consapevolezza”. 

Nelle zone rurali i gruppi armati agiscono indisturbati: “Non è così dappertutto. A Makalondi, Kankani e Torodi, nella stessa zona, le celebrazioni, seppur con prudenza, continuano come sempre malgrado i preti non siano residenti sul posto”. 

Gli amici di padre Gigi, i suoi fratelli e la comunità cremasca, continuano a pregare per la sua liberazione e perché si rompa un silenzio lungo oltre un anno. Il 17 febbraio, come ogni mese, si svolgerà la veglia che, partendo da Sant’Angela Merici arriverà fino a Santa Maria, per la preghiera. Il ritrovo è alle 21.

Ambra Bellandi

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