Politica

Il presidente Signoroni era ineleggibile: ma resta in carica perchè si era dimesso

Nuovo colpo di scena nella vicenda della presidenza della Provincia. Con ordinanza di oggi, 30 dicembre, il collegio del Tribunale civile di Cremona  presieduto dal giudice Andrea Milesi ha giudicato Mirko Signoroni ineleggibile all’altezza del 25 agosto, quando si svolsero le prime elezioni: “E’ evidente dalla documentazione infatti – scrivono i giudici del Collegio – che al momento della presentazione delle candidature e dello svolgimento delle elezioni …. il candidato Mirko Signoroni versava in condizioni di ineleggibilità ex art. 60, comma 1, n. 11 D.L.vo 267/2000, secondo il quale “non sono eleggibili  (….) gli amministratori ed i dipendenti con funzioni di rappresentanza  o con poteri di organizzazione o coordinamento del personale di istituto, consorzio o azienda, dipendente rispettivamente dal comune o dalla provincia”. Signoroni era infatti componente del Cda dell’Azienda d’ambito ottimale della Provincia, che sovrintende al ramo idrico per tutto il territorio provinciale, nonchè suo vicepresidente. Una circostanza, scrivono i giudici, che la difesa di Signoroni non ha mai contestato  nelle sue memorie.

L’ineleggibilità derivava dai “poteri di rappresentanza (anche solo come vicario del Presidente) e d’indirizzo dell’ente”, che Signoroni potenzialmente rivestiva al momento della sua candidatura. Il collegio giudicante pertanto riconosce la validità della tesi della Lega, il partito che attraverso la militante Simona Sommi e l’avvocato Raffaella Bordogna, aveva presentato ricorso al Tribunale di Cremona. Non l’unico ricorso. Ce ne sono infatti altri due ancora in sospeso, presso i giudici amministrativi di Brescia, in merito agli atti emessi da Signoroni nel breve periodo della sua prima elezione (si era infatti dimesso agli inizi di ottobre), tra cui la nomina del vicepresidente  Rosolino Azzali, che a sua volta aveva indetto le nuove elezioni del 23 novembre. Su questi aspetti il giudice civile non si esprime e rimanda alla competenza del Tar.

Signoroni al momento resta in carica, in quanto in occasione della seconda tornata elettorale, il 23 novembre appunto, erano state rimosse le condizioni di ineleggibilità: non era più nel Cda dell’Ato e soprattutto si era dimesso da presidente dell’ente una volta emersi i dubbi (sollevati dall’ex segretario generale Maria Rita Nanni) sul suo doppio ruolo precedente.

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