Cronaca

Vicenda Munari: la lettera aperta di alcuni studenti. 'Siamo preoccupati'

Non cala l’attenzione intorno alla vicenda che ha visto protagonista una studentessa del Munari, sospesa per due giorni dopo aver affidato ai social uno sfogo su quanto accaduto nell’istituto lo scorso 25 novembre. Gli studenti rappresentanti avevano proposto  attività nelle quali sarebbero state lette delle storie di donne vittime di violenza ma il preside Tadi si è rifiutato di dare l’autorizzazione in quanto, secondo le procedure, il progetto non era stato presentato ad alcun insegnante. I rappresentanti dovendo rinunciare alle attività hanno lasciato dei fogli da leggere in classe e chiesto agli studenti il permesso di attaccare dei fiocchetti rossi sulla porte di ogni classe. Alcuni l’hanno fatto ma il dirigente li ha fatti rimuovere, tenendo fede al regolamento d’istituto.

In seguito allo sfogo su Facebook la ragazza è stata convocata e nei suoi confronti è stato avviato un procedimento disciplinare. Ma la famiglia della ragazza si è rivolta a un avvocato, ritenendo la sospensione “immotivata e ingiusta”.

Ora, al fianco della ragazza, scendono in campo i compagni di istituto, attraverso una lunga lettera:

Buongiorno, siamo un gruppo di studenti di un istituto secondario di secondo grado.

Vorremo richiamare la Vostra attenzione, ponendoVi  una serie di interrogativi che sono sorti in noi in seguito ad uno spiacevole episodio che ancora una volta ha riguardato la nostra scuola iis Bruno Munari di Crema. In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne alcuni studenti hanno proposto una serie di attività. Consapevoli del fatto di aver richiesto l’iniziativa con solo pochi giorni di anticipo i ragazzi, comunque in cerca di un dialogo e di un confronto sereno, erano pronti ad andare incontro al rispetto delle regole e del buon funzionamento della scuola.

Il dirigente non ha nemmeno preso visione delle proposte perché “tutti i progetti” dovevano essere presentati dai docenti entro il 30 ottobre come previsto dal regolamento d’Istituto; questa e’ stata la risposta che ci e’ stata data. Pur nella convinzione dell’importanza fondamentale che ha il rispetto delle regole, crediamo  come studenti che ci siano alcune circostanze in cui si debba andare oltre la regola per permettere l’espressione della nostra volontá e di approfondire con audacia temi attuali. L’intenzione di noi ragazzi non era quella di strutturare un progetto bensi’  di proporre delle idee, un’iniziativa al solo fine di sensibilizzare per diventare cittadini più consapevoli.

Moltissimi studenti del Munari e non, avviliti e delusi dall’ennesima negazione  delle attività proposte, hanno sfogato il loro malcontento tramite social network. In realta’ una sola ragazza è stata punita per aver postato  ed e’ stato adottato nei suoi confronti un provvedimento disciplinare  già effettuato, del quale peraltro ne’ la ragazza ne’ noi studenti dell’Istituto sappiamo ancora la motivazione. In occasione dell’assemblea d’istituto abbiamo chiesto maggiori chiarimenti sui fatti ma senza ottenere risposte. Nella nostra scuola da tempo si respira un clima pesante, quasi intimidatorio.

Abbiamo persin paura di esprimere la nostra opinione perché non ci sentiamo ascoltati, partecipi di quella che dovrebbe essere la nostra scuola, luogo in cui dovremmo essere i protagonisti. Il dirigente è percepito come un’autorità lontana che non sa ascoltarci, con il quale è impensabile avere un confronto e un dialogo costruttivo a causa della sua rigidità e inflessibilità, i cui strumenti educativi sembrano essere soprattutto la minaccia e la punizione. Noi crediamo nelle potenzialità della nostra scuola e di coloro che vi fanno parte. Allora noi ci chiediamo: Sono queste le modalità con le quali si possono creare le condizioni per esprimerci liberamente? Che funzione pedagogica hanno le sospensioni, le minacce e le punizioni? E se poi non ne vengono spiegate le motivazioni? Come possiamo sentirci veramente protagonisti e partecipi della scuola che frequentiamo? E come possiamo essere orgogliosi del nostro istituto?

Siamo seriamente preoccupati del nostro futuro e del futuro degli studenti che verranno, non siamo più stimolati a credere e ad avere fiducia in un percorso scolastico ove si possa formare il cittadino del domani.

Come sentirci liberi di esprimerci pur nel fondamentale rispetto di chi ci sta accanto e delle regole per vivere bene insieme?

Grazie

La voce di un gruppo  di studenti

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...