Politica

Commissione Politiche Sociali, Zanibelli (Fi): 'Noi rinunciato anche al gettone di presenza'

“Quanto si è svolto nell’ultima Commissione Politiche Sociali e Lavoro ha lasciato in noi molto sconcerto, per dirla in modo soft. E’ stata convocata ad hoc una commissione per l'”Elezione del Presidente”, su  una richiesta della maggioranza che giaceva, a insaputa delle minoranze, da mesi  e volta alla revoca del mandato da Presidente di Coti Zelati, poichè uscito dalla maggioranza e non in quanto risultanti gravi inadempienze. Convocazione che è avvenuta senza neppure conoscerne prima la validità, visto che regolamento e statuto non disciplinano la revoca di un presidente in carica. Avrebbero potuto trattare il tema in precedenti adunanze senza convocarne una ad hoc, con spese a carico dei cittadini.

Solo io, FI, e Filipponi, Lega, abbiamo rinunciato al gettone presenza, a significare l’inopportunità di una convocazione specifica oltre che la scarsa volontà di sintesi politica e rispetto delle minoranze tra le parti in causa . E rimarco anche in ciò, nel rispetto delle istituzioni e dei cittadini, la differenza rispetto a chi si erge a giudice degli altri. E’ stato chiaro, dalle esplicite dichiarazioni di esponenti della maggioranza, che non ritenevano più garante per la loro maggioranza il fuoriuscito Coti Zelati; dichiarazione che  così mette in dubbio la figura di garanzia per tutti data dal presidente rispetto ai lavori di una commissione consiliare. Così come altrettanto chiaramente il precedente presidente, non dimettendosi, poneva negli effetti a rischio i lavori della commissione politiche sociali in assenza del numero legale, possibile se garantito dalla presenza della maggioranza.
Inutili i tentativi di richiamare ad una sintesi politica, da FI  ripetutamente richiesta a maggioranza ed ex-presidente, a garanzia delle minoranze, in assenza di una regolamentazione e sentenze univoche. La maggioranza ha voluto mettere ai voti la revoca del Presidente, poggiando su alcune sentenze del TAR (non univoche nell’interpretazione peraltro) e così ponendo una chiara rottura. E conseguentemente ha votato la nomina del nuovo, rimarcando la rottura all’interno della commissione.
Astenendoci dal voto prima della revoca poi della nuova nomina, altro che per “pavida” posizione come qualcuno di illuminato si erge a dire, abbiamo rimarcato piuttosto che con posizioni così distanti, ripetutamente invitate a fare una sintesi a livello politico,  una commissione così delicata vede per il futuro potenzialmente a rischio la garanzia per le minoranze. E’ la sconfitta di una presenza politica che sa quando necessario rimarcare le posizioni e quando necessario lavorare nella garanzia di tutti, soprattutto se si pensa ai temi trattati”.

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