Cronaca

Un anno senza padre Gigi: il ricordo dei confratelli. Stasera la veglia in Duomo

Foto Sma - Società Missioni Africane

“Una persona serena, di dialogo con tutti, musulmani e rappresentanti di religioni tradizionali, che ha annunciato il Vangelo concretamente, aiutando i più poveri, specialmente i bambini malnutriti e malati, promuovendo corsi di alfabetizzazione e lo scavo di pozzi di acqua. Un uomo dinamico e di preghiera”. Così il confratello padre Vito Girotto ricorda Gigi Maccalli ad un anno esatto dal rapimento del missionario madignanese a Bomoanga, nel Niger. 365 senza notizie, senza alcun segno da parte dei rapitori.

E’ trascorso un anno esatto da quella sera in cui, armati e sulle motociclette, gli uomini di un gruppo armato, hanno portato via padre Gigi. Il superiore generale della SMA (Società Missioni Africane – per la quale Maccalli operava) padre Antonio Porcellato ha dichiarato all’agenzia Sir: “Viviamo questo momento con trepidazione, con la fiducia che padre Gigi sia vivo e con una incessante preghiera per la sua liberazione”.

Secondo padre Antonio i rapitori appartengono a gruppi di ideologia jihadista, nati e sviluppatisi nella zona del Sahel e che hanno iniziato a farsi notare nei mesi prima del rapimento. Gruppi che, stando alla ricostruzione del superiore, promettono ai ragazzi molto denaro se scelgono di prendere parte alle azioni violente. C’è anche la possibilità che padre Gigi sia poi stato ceduto a bande più organizzate e ideologizzate; forse è stato portato oltre confine. “Un europeo è una preda dal valore molto alto: può servire per un alto riscatto, ma può essere soprattutto merce di scambio per armi, connivenze militari, prigionieri, influenze politiche”, ha aggiunto padre Antonio. Secondo padre Vito “rapendo il missionario hanno voluto far paura alla gente”.

L’insicurezza in quella zona del Sahel, è elevata. Lo stesso padre Girotto è stato spostato immediatamente dall’arcivescovo di Niamey, mons. Laurent Lompo, originario della stessa zona in cui operava padre Maccalli, la sola regione del Niger dove ci siano diverse comunità cristiane autoctone. Prima del rapimento erano presenti quattro parrocchie; ora l’arcivescovo e i missionari sono in attesa che si ristabiliscano le condizioni minime di sicurezza per poter riprendere appieno l’attività pastorale.

Anche la scuola di cui si occupava padre Gigi è stata chiusa per i timori dei genitori e dei maestri. Si trovava a Ngula, a 30 chilometri da Bomoanga. Padre Gigi era impegnato non solo a salvare anime, ma anche a garantire condizioni di vita migliori a cristiani e musulmani, a diffondere gli ideali di convivenza e condivisione, di pace e fratellanza. “E’ un missionario molto intraprendente sul piano pratico e profondo sul piano umano e spirituale. Conosce bene il Sahel, perché ha passato dieci anni nell’ambiente della savana del nord della Costa d’Avorio e poi undici nell’ambiente semidesertico di Bomoanga in Niger. Tutte queste cose gli permettono, io penso, di adattarsi alla condizione di prigionia, molto probabilmente in un ambiente dello stesso tipo. Gigi è una persona ottimista e adattabile. Non sarei sorpreso se venissi a sapere che ha stabilito relazioni di amicizia e collaborazione con chi lo detiene”, ha affermato padre Porcellato all’agenzia.

“Spero che Gigi sia vivo, ma non so quando sarà liberato. Temo che passeranno anni – ha detto padre Vito – dobbiamo continuare a pregare”. Così ha commentato anche il superiore generale Porcellato: “Lo sento vivo e molto vicino. Ogni giorno chiedo al Signore la sua liberazione”. Ad oggi nessuna notizia, nonostante l’attenzione dell’unità di crisi della Farnesina”.

Stasera, martedì 17 settembre, partirà da Ripalta Guerina una marcia in ricordo del missionario, chiedendo l’intercessione di padre Alfredo Cremonesi (che sarà proclamato beato il mese prossimo). La processione si concluderà nella cattedrale di Crema, dove il vescovo Daniele Gianotti terrà una funzione. La partenza da Ripalta è fissata per le 18.30, mentre l’arrivo in Duomo è previsto intorno alle 20.45 circa.

Ambra Bellandi

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...