Caso legionella: nessuna epidemia. La procura di Brescia chiude le indagini
La procura di Brescia ha chiuso le indagini, iniziate nel settembre dell’anno scorso, relative ad una sospetta epidemia di legionella concentratasi principalmente nei comuni bresciani di Montichiari, Carpenedolo, Calvisano, Remedello e Acquafredda. “Si è accertato, con approfonditi esami autoptici”, si legge nel comunicato della procura, “che nessun decesso dei pazienti affetti da polmonite è connesso alla legionella, batterio non rinvenuto. Sono state condotte articolate indagini scientifiche, effettuate con l’ausilio dei carabinieri del Nas di Brescia, dell’Ats di Brescia e dell’Istituto Superiore di Sanità, consistite nella comparazione del Dna dei batteri isolati nei pazienti affetti dal polmonite con il Dna ricavato dai campioni ambientali. L’ipotesi della presenza di un’unica fonte di contagio è stata esclusa e non è possibile determinare le fonti di diffusione del batterio nei pazienti affetti da polmonite, se non per tre casi in cui Dna del batterio è risultato compatibile con quello isolato dalle acque del fiume Chiese”. Nel settembre del 2018 nel nostro territorio la polmonite aveva colpito nei comuni di Ostiano, Casalmaggiore, Drizzona e Pandino. Alla data del 17 settembre 2018 il numero complessivo dei degenti per polmonite nelle strutture pubbliche di Brescia, Mantova e Cremona e private era pari a 183. I casi accertati come positivi alla legionella, a partire dal 2 settembre, erano stati complessivamente 39 (di cui 4 in Ats Valpadana). Nel febbraio di quest’anno si era ipotizzato che la culla dei batteri sarebbe stata il fiume Chiese, dove sarebbero prolificati i batteri, sparsi poi nell’aria dalle torri di raffreddamento delle aziende.