Area Omogenea cremasca, Bonaldi: 'Da FdI ricostruzione fantasiosa'
Comitato di indirizzo dell’Area Omogenea Cremasca: il sindaco Stefania Bonaldi risponde a Fratelli d’Italia. “Dato che talvolta le ricostruzioni giornalistiche sono piuttosto fantasiose ed enfatiche, esattamente come un surreale comunicato di FDI di queste ore, sicuramente perché partono da narrazioni di seconda o terza mano, provo a ricostruire i fatti come si sono svolti, chiamando a testimonianza tutti i colleghi del Comitato di indirizzo di Consorzio.it e quelli presenti in assemblea dei sindaci lo scorso 15 luglio.
Tale assemblea era stata convocata dal presidente del Comitato di indirizzo e controllo analogo di Consorzio.it, sindaco Aldo Casorati, per la reintegrazione del Comitato medesimo e poi per altri aggiornamenti sulla liquidazione di S.C.R.P. Le ultime elezioni amministrative hanno infatti sancito un avvicendamento nei Comuni di Madignano, Pandino ed Agnadello, i cui precedenti primi cittadini sedevano nel Comitato, che andava reintegrato.
Proprio su proposta della sottoscritta, come Casorati può confermare, avevamo indirizzato il presidente del Comitato perché chiedesse ai sindaci neoeletti nei medesimi comuni, Elena Festari per Madignano, Stefano Samarati per Agnadello e Piergiacomo Bonaventi per Pandino, se volessero entrare al posto dei predecessori. Si sarebbe così ridisegnato un Comitato che fosse espressione anche dei nuovi equilibri territoriali, che hanno registrato il successo di diversi sindaci dell’area “civica-cdx-lega” a scapito di quella “civica-csin”. I neosindaci di Madignano, Pandino ed Agnadello, prima della Assemblea che avrebbe sancito la surroga, avevano dato a Casorati il proprio assenso al proprio ingresso nel Comitato.
Tuttavia, il giorno 15 il sindaco di Pandino non si è presentato in Assemblea, ma ha fatto riferire dalla vice sindaco di Bagnolo Cremasco che non era più intenzionato ad entrare nel Comitato di Indirizzo di Consorzio.it preferendo quello di Padania Acque (che per vero non c’entra nulla, in quanto definito dalla assemblea dei soci di Padania) e che dunque lasciava il proprio posto – non ancora peraltro nemmeno assegnatogli – al sindaco di Bagnolo Cremasco.
Voglio precisare che quando il Comitato è stato istituito avevamo definito con un Regolamento che la sua composizione tenesse conto di un criterio geografico, di distribuzione equa nel Cremasco, di un criterio di orientamento politico o civico per potere tenere conto delle varie sensibilità e appartenenze delle amministrazioni e, per una piena rappresentatività di questo organismo, anche delle classi demografiche, con rappresentanze di un certo numero di comuni a seconda delle fasce demografiche. Pandino è fra i Comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti, mentre Bagnolo è nella fascia dei Comuni fra i 3 e 5 mila abitanti.
Diversi sindaci, fra i quali anche la sottoscritta, hanno quindi evidenziato questa incongruenza in Assemblea ed io ho chiesto che, prima di dare l’ok all’ingresso di Bagnolo Cremasco al posto di Pandino, si chiedesse ai Comuni della fascia superiore a 5mila abitanti se concordassero nell’essere rappresentati da un Comune di altra classe demografica. Erano infatti presenti i comuni di Castelleone ed Offanengo, mentre era assente Rivolta d’Adda. Il Comune di Castelleone, per voce del proprio vice sindaco, si è reso disponibile all’ingresso nel Comitato, ed il sindaco di Offanengo non ha posto obiezioni. A questo punto il presidente ha messo ai voti questa soluzione (ingresso di Madignano, Castelleone ed Agnadello nel comitato di indirizzo e controllo di CIT) e non si sono levate voci contrarie, tant’è che l’atto è stato assunto alla unanimità dei presenti.
Eravamo già passati ad altro punto dell’odg, quando il sindaco di Pandino ha telefonato al presidente Casorati nel corso della assemblea e ha ritrattato la propria posizione, dicendo che se non fosse entrato Bagnolo cremasco nel comitato, allora era disponibile ad entrare lui.
A quel punto ho ritenuto di chiarire che non stavamo giocando e che il percorso intrapreso era stato improntato alla massima correttezza, disponibilità e trasparenza, ma che ormai la decisione era assunta. Altri colleghi sindaci, e potranno direttamente testimoniarlo, hanno sostenuto questa medesima posizione e pertanto l’assemblea è proseguita sugli altri temi all’odg.
Quindi, nessuno sgarbo e nessuna scorrettezza, come in modo strumentale e falso qualcuno vorrebbe fare intendere, solo l’esigenza di difendere decisioni e percorsi assunti nelle loro sedi proprie, vale a dire quelle assembleari, dove la maggior parte dei Sindaci di questo territorio, a prescindere dalla estrazione politica, è abituata a confrontarsi, con franchezza e magari anche con qualche ruvidità, ma sempre con serietà e rispetto. Il metodo è però quello democratico, non dei conciliaboli o degli interventi per procura; si è presenti, o si manda un proprio rappresentante con delega, ci si confronta, ed infine si assume una decisione, se possibile all’unanimità dei presenti come è avvenuto lo scorso 15 Luglio. Laddove non si è concordi, decide la maggioranza, come avviene ovunque, senza psicodrammi o sceneggiate”.