Violenza sessuale di gruppo L'appello conferma: sei anni a ciascuno dei tre imputati
E’ stata confermata dalla Corte d’appello di Brescia la sentenza a sei anni di reclusione emessa in primo grado a Cremona il 18 luglio scorso nei confronti dei tre imputati accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza cremasca di 22 anni. Per loro, sei anni ciascuno e come risarcimento danni alla parte civile, una provvisionale di 40.000 euro. Mohamed, 51 anni, e Lahoussaine, 54 anni, entrambi marocchini senza fissa dimora, restano in carcere e saranno espulsi una volta scontata la pena, mentre Stefano, il cremonese di 37 anni amico della vittima, resta ai domiciliari. Tutti sono stati processati con il rito abbreviato.
L’episodio risale al 24 maggio del 2017 all’interno di uno stabile abbandonato a Crema, l’ex Everest, nel quartiere Santa Maria, dove la giovane era stata costretta a bere fino ad ubriacarsi e poi violentata da Stefano, per anni suo amico del cuore, e dai due marocchini. Quel pomeriggio la ventenne aveva raggiunto in pullman la stazione di Crema dove si era incontrata con Stefano con il quale aveva deciso di andare a convivere.
I due si erano poi diretti all’ex Everest e successivamente in un bar, dove avevano consumato un panino e una birra. Erano usciti senza pagare, e il barista aveva chiamato la polizia. I due erano stati fermati e controllati, dopodichè erano tornati all’ex Everest dove si era consumata la violenza: secondo il racconto della giovane, l’amico, insieme ai due marocchini, l’aveva prima fatta bere, spogliata e gettata su un giaciglio di fortuna e poi violentata. Erano le 16,30.
Tutti gli imputati erano difesi dall’avvocato Fabio Galli, che ha sempre sostenuto che la giovane si era inventata tutto “per ripicca”, perché “rifiutata dall’amico che si era arrabbiato, in quanto lei, nei giorni precedenti, gli aveva confermato di aver trovato una casa in affitto a poco prezzo”. La vittima era invece assistita dall’avvocato Mimma Aiello.
Sara Pizzorni