Cronaca

Il messaggio di auguri del Vescovo per la Pasqua

«La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo» (Salmo 119, 22): questa frase risuona spesso nella liturgia del tempo di Pasqua, e vorrei farne il cuore di questo mio augurio pasquale.
La «pietra scartata» è Gesù Cristo: proprio lui, respinto dagli uomini, gettato via come si butta in discarica qualcosa di inutile, è stato accolto da Dio nella pienezza della vita che dura per sempre, e ci è stato dato come pietra di fondazione della creazione nuova, inaugurata dalla Pasqua. Secondo una «logica» spesso ripetuta nella Bibbia, Dio ha scelto, per dare compimento al suo progetto di salvezza per l’uomo, ciò che agli occhi del mondo appare debole, insignificante, ‘perdente’ (cf. 1Corinzi 1, 27-29); ha scelto addirittura Uno che è stato condannato a una morte infame, in mezzo a due delinquenti.
C’è una ‘follia’ di Dio, in questa scelta (cf. 1Cor 1, 22-25): ma la Chiesa, e i cristiani, non possono fare altro che testimoniare quesa follia divina, e tornare ad annunciare ciò che agli occhi del mondo sembra insensato, ossia che il Crocifisso è risorto, che Egli è vivo!
E se Gesù Cristo, la pietra scartata, è vivo, e Dio lo ha posto come pietra d’angolo e fondamento del mondo nuovo, allora c’è speranza: c’è speranza per tutto ciò che sembra perduto, c’è speranza per coloro che si sentono scartati da un mondo che va troppo in fretta, c’è speranza per chi pensa di non contare nulla, per chi ha in sé anche sentimenti di rancore o sfiducia, per chi si sente stanco della vita…
Non è una speranza consolatoria: a patto che, anzitutto, quanti credono in Cristo ritrovino, celebrando la Pasqua, un legame sempre più forte e pieno con il Signore risorto e, come i discepoli della prima ora, sentano che Gesù dona loro lo Spirito Santo e li manda a testimoniare, con la vita e con le parole, la novità e la bellezza del Vangelo.
Ma vorrei che l’annuncio della Pasqua parlasse anche a quanti hanno scartato Gesù Cristo dalla loro vita, lo hanno messo da parte, scegliendo di camminare su altri percorsi. Invito tutti, semplicemente, a chiedersi: perché Gesù Cristo, morto e risorto, non potrebbe essere il fondamento anche della mia vita?
Sì, la testimonianza che noi cristiani ne diamo è spesso fragile, piena di contraddizioni: ma perché scartare Lui? Perché non fargli credito, e ritrovare in Gesù Cristo le ragioni di una vita piena, autentica, le ragioni di una speranza più forte della morte? Ne avremmo tutti bisogno. E, in ogni caso, questo è il mio augurio pasquale alla società e alla Chiesa cremasca: che tutti possano incontrare Gesù Cristo risorto, pietra scartata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio (cf. 1Pietro 2, 4), e scoprire in lui il fondamento di una vita buona, lieta e santa.
Buona Pasqua!

? Daniele Gianotti

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