Ousseynou Sy: 'Sentivo le voci dei bimbi morti che dicevano di fare un gesto eclatante'
AGGIORNAMENTO – Ousseynou Sy ha mostrato “evidenti segni di squilibrio che a mio parere richiedono un approfondimento con una perizia psichiatrica”, e ha fatto anche alcune “invocazioni”. Sono le parole dell’avvocato difensore Davide Lacchini, pronunciate al termine dell’interrogatorio di garanzia del 47enne che due giorni fa ha dirottato il bus con a bordo i 51 studenti della media Vailati di Crema. In particolare, il senegalese avrebbe detto di aver sentito le voci dei bambini morti in mare che gli dicevano di fare qualcosa di eclatante. L’autista, che risiede a Crema e che ora è rinchiuso nel carcere di San Vittore, è stato sentito dal gip di Milano Tommaso Perna. Presenti anche il procuratore aggiunto Alberto Nobili e il pm Luca Poniz che hanno chiesto ed ottenuto la convalida dell’arresto. Secondo l’accusa, Sy potrebbe commettere ancora con azioni di questo genere e per questo deve rimanere in carcere. Il giudice deciderà domani. Le accuse sono quelle di strage aggravata dalla finalità di terrorismo, sequestro di persona, resistenza e incendio. L’autista, come riferito dal suo avvocato all’Ansa, voleva fare “un’azione dimostrativa” e avere “non un impatto nazionale, ma un massimo impatto internazionale”. Davanti al gip, Sy “ha lodato la politica italiana sulle migrazioni perchè è l’unico Paese, secondo lui, che salva le vite e spende per questo milioni di euro” e il suo messaggio era “nessuno dall’Africa deve venire in Europa”. Gli inquirenti sono convinti che l’uomo, che aveva già cosparso il bus col gasolio nelle fasi del dirottamento, abbia appiccato il fuoco prima che i carabinieri riuscissero a bloccarlo, mentre il 47enne ha sostenuto di non aver dato fuoco al bus. La sua intenzione era solo quella di prendere un aereo per tornare in Senegal e che i bambini gli servivano da scudo. Il senegalese ha giurato di non aver mai voluto far loro del male e di aver cosparso il pullman di gasolio (martedì 19 aveva riempito due taniche all’Agip di Madignano) solo per evitare che i carabinieri potessero sparare. “Volevo mandare un segnale all’Africa, gli africani devono restare in Africa”, ha ribadito, dicendo di aver fatto un video inviato ai suoi conoscenti, video che però gli inquirenti non hanno ancora trovato. Secondo la sua versione, era in possesso di un coltello perchè “durante i turni serali gli autisti si portano degli strumenti di difesa”. La sua notte in carcere, intanto, non è stata delle più tranquille: i detenuti lo hanno accolto a colpi di uova e arance, tanto che è stato necessario il suo trasferimento nel quinto raggio, quello dei carcerati protetti.
Sara Pizzorni