Chiede menù vegetariano alla materna, senza successo. Aiolfi: 'Cuoca prepara per 150 bimbi'
“Abbiamo fatto una scelta etica, ma che il Comune e la scuola non ci permettono di portare avanti”. E’ lo sfogo di Luisa Altavilla, mamma di una bambina di 2 anni, residente a Bagnolo Cremasco, in merito alla negazione da parte dell’Amministrazione di avere un menù vegetariano alla scuola materna paritaria del paese.
“Al nido non abbiamo mai riscontrato problemi- spiega la donna – invece qui ci è stata data una risposta (in modo neppure troppo elegante) che ha precluso ogni possibilità di alimentazione alternativa per nostra figlia”. La piccola non magia carne né pesce, “questo può essere condivisibile o meno, ma è comunque una scelta che spetta alla famiglia. Immagino che avremmo potuto avanzare la medesima richiesta se si fosse trattato di gusto e non di etica”.
Stando a quanto dichiarato da Luisa, il sindaco avrebbe risposto che “‘la materna non è obbligatoria, quindi può non iscrivere la bambina’. E’ assurdo, nel 2019, far sentire qualcuno un alieno solo perché si nutre in modo diverso e sceglie il medesimo percorso per i propri figli”. La mamma si è informata presso una scuola di Lodi, che ha proposto cinque differenti menù tra i quali scegliere. “Non abbiamo aiuti (la donna ha i parenti al Sud e il marito è orfano, ndr), portare la bambina a Lodi o Crema sarebbe complicato per noi, ma è una richiesta che ci sembra oltremodo legittima”.
Luisa e il marito vivono questa situazione “come una violenza che ci viene fatta ingiustificatamente. Siamo aperti a un nuovo confronto con il primo cittadino per risolvere il problema”.
“Non c’è alcuna direttiva regionale, ma una linea guida che prevede di fare menù differenziati che di volta in volta vanno valutati. Alla materna c’è una cuoca per 150 bambini”. E’ la replica del sindaco Doriano Aiolfi che sottolinea come non abbia chiuso all’idea di sostituire la bistecca piuttosto che il pesce con, per esempio, del formaggio e/o dei contorni, “ma richiedere un menù completo vegetariano dal lunedì al venerdì è una richiesta che non possiamo soddisfare”.
Anche la modalità con il quale è stato contattato “è discutibile. Mi è stato inviato un messaggio su Facebook, poi il padre della bambina mi ha chiesto di telefonargli. L’ho fatto e mi sono sentito avanzare una richiesta che risulta complicato, per le modalità con le quali è gestita la scuola, realizzare. Ma non ho mai detto che la bambina non possa iscriversi”.
Il menù della scuola prevede, con un regolamento aggiornato l’anno scorso, il pasto approvato dall’Asl e quello per le intolleranze (celiachia, allergia ai latticini…). “Qui siamo davanti a una scelta etica dei genitori. E se la bambina, vedendo i compagni mangiare carne o pesce, volesse assaggiarli? Come si dovrebbero comportare le maestre? Subentra anche una questione gestionale in classe, non solo in cucina”.
Aiolfi, comunque, non chiude al confronto
Ambra Bellandi