Cronaca

Severgnini sul Corriere: 'Guadagnino, chiamala col suo nome: ingratitudine'

“Chiamala col suo nome: ingratitudine”. E’ il titolo apparso sul Corriere di questa mattina, a firma del cremasco Beppe Severgnini, che commenta duramente le dichiarazioni del regista siciliano Luca Guadagnino (che con la pellicola girata in città ha raccolto un Oscar oltreoceano miglior sceneggiatura non originale, ndr) riguardo “l’errore imperdonabile di aver girato a Crema”.

“Guadagnino ha parlato male di Crema – prosegue Severgnini nel suo pezzo – ?Che dire? Da cremasco fatico a credere che il regista sia assalito da orde di turisti e concittadini in cerca di autografi; al massimo lo saluteranno (perché la gente vuol diventare celebre, salvo lamentarsi appena ci riesce?)”.

Il giornalista difende la propria città natale, dove tutt’ora risiede, ricordando che “Crema ha aiutato Guadagnino in molti modi, durante le riprese del film, e dopo l’uscita nelle sale. Ha chiuso il centro, ha ridipinto muri, il Comune ha offerto pasti gratuiti a una produzione che non sembrava nuotare nell’oro. Ha lasciato un tavolino di scena in piazza del Duomo, in omaggio al film, e preparato itinerari e opuscoli (contestati dal regista: la cosa avrebbe dovuto metterci in guardia)”.

D’altronde, come sottolinea Severgnini, “Crema e il cremasco, a Chiamami col tuo nome, hanno fornito l’ispirazione, l’atmosfera e gli scenari, che hanno compensato alcune debolezze (la recitazione dei genitori di Elio, ad esempio). Forse un po’ di riconoscenza ce la meritiamo. È vero che l’intervista è stata concessa a BadTaste.it, che significa «cattivo gusto»: ma l’intento, siamo certi, non era spingere il regista in quella direzione”.

Nell’articolo è riportato anche quanto dichiarato dal sindaco Stefania Bonaldi: “Guadagnino e il suo film resteranno nella memoria di questa città: un luogo e un’opera d’arte sono legati per sempre. Un americano a Roma non puoi girarlo a Tokyo. E quando Chiamami col tuo nome era solo un pezzo di marmo grezzo, noi c’eravamo, motivati ed entusiasti, e non c’è ancora passata. Così come non passa la nostra città. Passano solo alcuni residenti, tanti rimangono. Felici di rimanerci”. Nelle parole del primo cittadino traspare una velata delusione e la consapevolezza di aver appoggiato le riprese del film quanto possibile all’Amministrazione.

Vero che Guadagnino ha sparato a zero sui commercianti, ma questi, comunque, sono parte del tessuto sociale ed economico di una città che si è messa a disposizione del fortunato regista che ormai, certamente, è rientrato in terra meneghina.

“Spero che nessuno voglia liquidare la questione come «piccola città si arrabbia con grande regista». Verbo e sostantivi, infatti, sono corretti; ma gli aggettivi sono sbagliati. Crema non è una metropoli, ma ha lottato per anni contro Federico Barbarossa (figuriamoci se oggi si spaventa). E un regista, se è grande, non tratta così chi l’ha accolto e ispirato. Chiamiamola col suo nome, Guadagnino: ingratitudine”.

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