Richetti a Crema: 'Rottamare le contrapposizioni storiche'
Nonostante la giornata di festa, politica cremasca in attività con l’assessore Fabio Bergamaschi che ha introdotto in una gremita sala ricevimenti del palazzo comunale Matteo Richetti, il quale al suo arrivo ha salutato calorosamente l’ex collega in parlamento Cinzia Fontana, rivolgendo a lei parole di affetto: “Senza di te, che noia in Senato”.
Diversamente Cremona. Bergamaschi ha parlato della costituzione in provincia del comitato “Diversamente Cremona”, vicino alle posizioni del deputato emiliano. Un comitato “molto cremasco” e anagraficamente molto giovane, dice Bergamaschi con all’interno un folto gruppo di amministratori dal profilo trasversale. E un comitato che intende proseguire nella sua azione, al di là della corsa alla segreteria dello stesso Richetti, confluito sulla candidatura di Maurizio Martina. Per Bergamaschi, il risultato congressuale dovrà portare il Pd a navigare in un campo aperto, consapevole delle difficoltà, ma citando Harambee, la corrente che riconduce alle posizioni di Richetti, superando le stesse tutti insieme. Perché Harambee prende proprio il nome dall’incitamento che in Kenya gli autisti degli autobus impantanati nel fango lanciano ai passeggeri, scesi per fare ripartire il mezzo. Ripartire, spingendo tutti insieme dalla stessa parte.
Ricalcolcare un percorso alternativo. “Non mi sono ritirato dalla corsa, ma sono candidato a fare il vice-segretario” esordisce Richetti, che imposta la conversazione di questa mattina avvicinandosi al pubblico e ricordando per certe espressioni il modo di parlare del piacentino Bersani. Prosegue citando alcune parole chiave: coerenza, fatica, ma anche ascoltare, capire, comprendere: “Senza un partito robusto, un’alternativa non si costruisce – osserva Richetti – bisogna rimettere il Pd in una condizione che possa consentire di essere un riferimento per i cittadini”. Quando si cambia strada, bisogna ricalcolare il percorso alternativo e per Richetti questo deve fare il Pd, chiedendosi anche perché tanti non vanno a votare, costruendo una vera relazione con il paese.
Fare opposizione. Il partito non può limitarsi a no aprioristici, rispetto alle iniziative della maggioranza di governo. E cita l’esempio del reddito di cittadinanza: “Bisogna entrare nelle storie, domandandosi perché dare 780 euro a chi non lavora e sta a casa e dare nulla a chi va a lavorare”. Sul punto fa riferimento a quella generazione di giovani professionisti, i quali dopo anni di sacrifici e abilitazioni si trovano a lavorare gratis presso gli studi professionali: “Forme di impiego che nemmeno noi siamo riusciti a considerare”, precisa l’ex portavoce Pd.
Visione. Richetti dialogando con i presenti, parla di retorica del partito degli operari, interrogandosi su quali siano gli operai dell’oggi e su come affrontare il tema della precarietà, superando certe logiche e riempiendo di contenuti anche espressioni vaghe, quali “centralità dello sviluppo sostenibile”. Per Richetti il Pd deve smettere di discutere su chi c’è dietro questo o l’altro esponente, perché la politica non vive di un elenco di provvedimenti più o meno rispettabili, ma vive e si alimenta di visione strategica e dell’idea di comunità, che deve essere propria di un partito, come deve tornare ad essere il Pd.
Rilancio. “Se siamo passati dal 40% al 17% – commenta Richetti – non è il brand che non va bene, perché la Lega di Salvini non ha cambiato nome e simbolo, eppure i voti li ha presi. C’è un problema di credibilità, ma sono convinto nella possibilità di rilancio”. Quanto alle future alleanze: “Interrogarsi con chi dialogare, ma con un coinvolgimento di iscritti ed elettori”. Nella parte finale dell’intervento, non sono mancati i riferimenti alla scorsa legislatura su temi quali vitalizi o ius soli e su quelli più attuali riguardo al decreto dignità. Infine, la conclusione affidata ad un auspicio: “Rottamiamo le contrapposizioni storiche”, questo secondo Matteo Richetti dovrebbe essere uno degli obiettivi del congresso.
Ilario Grazioso