Cronaca

Povertà: numeri del Cremasco Pranzo del vescovo con gli ospiti della casa accoglienza

Sono 25 le persone che risiedono fisse nella Casa di accoglienza Giovanni Paolo II, in via Toffetti ai Sabbioni. Di queste solo il 5% sono stranieri per lo più sotto i 30 anni. I restanti ospiti sono italiani, la cui età anagrafica si è innalzata in modo esponenziale, come sottolinea Massimo Montanaro, coordinatore dei percorsi di accoglienza: “Si tratta di 50-60enni che presentano spesso compromissioni legate all’età o al tipo di vita condotto. Questi mutamenti sociali hanno richiesto al progetto di ridefinire l’organizzazione, trasformandosi dall’essere solo un’accoglienza notturna, a luogo di residenzialità prolungata, per complicanze a livello di salute e per l’impossibilità a reinserirsi di queste persone con alle spalle quasi sempre un’esistenza di fragilità”.

Gli ospiti chiedono una soluzione abitativa essendo rimasti senza lavoro e senza casa, per situazioni varie: dallo sfrattato al cacciato dalla moglie o compagna, da quello con problemi legati alle dipendenze, per lo più ludopatia. L’equipe educativa fa una valutazione, sulla decina di persone della costante lista d’attesa, rispetto al bisogno reale e a volte la risposta di emergenza è il rifugio San Martino in via Civerchi, dove sono ospitati tutte le sera 18 persone. E ci sono poi anche 13 appartamenti presso la Casa della carità di viale Europa, con progetti di semiautonomia diversificati: singoli o coppie che vengono da percorsi di prima accoglienza, famiglie, ex richiedenti asilo che hanno ottenuto il permesso. Un appartamento è inoltre a disposizione del distretto per far fronte a situazioni temporanee di emergenza.

Il vescovo Daniele Gianotti, nella giornata di domenica, ha voluto pranzare con loro per celebrare la Giornata mondiale dei poveri. Al termine, ha donato ai partecipanti un sandalo di pelle in miniatura con allegato la Preghiera del viandante. La giornata, celebrata in tutte le parrocchie con modalità differenti, è stata l’occasione per riflettere sulle povertà presenti nelle rispettive realtà e rendersi conto dei bisogni.

Un motivo di preoccupazione riguardo la situazione povertà “è relativo all’attuale impostazione della legge sull’immigrazione, il cosiddetto decreto sicurezza, che rischia di incrementare la presenza di cittadini stranieri irregolari, in quanto la stretta sui permessi di soggiorno non è accompagnata da una soluzione concreta per chi non lo otterrà. Generando inevitabilmente sacche di povertà sommersa di queste persone che vivranno nell’irregolarità perenne”, ha spiegato Claudio Dagheti, vice presidente della Caritas diocesana.

Il Centro di ascolto diocesano, sempre gestito da Caritas e con sede in viale Europa, coordinato da Miriel Campi e Paola Vailati, nel 2017 ha incontrato 296 nuclei familiari, raccogliendo 1.270 bisogni. Di cui il prevalente (36% dei casi) è quello di un reddito insufficiente, il 25% sono problemi di occupazione, il 14% problematiche relazionali – in prevalenza familiari per divorzio-separazione o conflittualità di coppia – e il 10% abitative. Sono inoltre aumentate le difficoltà ad assistere conviventi o familiari non più autonomi.

“Da un’analisi complessiva – sottolinea Dagheti – risulta che l’entità dei poveri è più o meno costante negli ultimi tre anni, ma va peggiorando la condizione dei singoli”.

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