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Autonomia Stanga: in Cons. provinciale c'erano i numeri, ma Calvi (Pd) ha tradito

Il Cremasco deve dire addio all’autonomia dello Stanga, per lo meno per ancora molto tempo. Si è svolto ieri sera il Consiglio provinciale, convocato per le 19.30 con otto punti all’ordine del giorno; tra questi il dimensionamento scolastico e, appunto, la questione della scissione dell’istituto agrario che attualmente ha la dirigenza nel capoluogo.

Uberti e Agazzi

Una battaglia che il territorio cremasco porta avanti da anni e che neppure stavolta potrà vedere la luce, nonostante l’emendamento presentato dalla Lega e che aveva trovato l’appoggio trasversale dei consiglieri provinciali sia del Pd che di Forza Italia. La proposta prevedeva l’unione dello Stanga ‘cremasco’ (e la scuola casearia di Pandino) con lo Sraffa-Marazzi per creare un polo agroalimentare delle professioni. L’idea nasce, come spiegato dal vicesindaco di Palazzo Pignano Virgilio Uberti, per far fronte alle richieste di docenti e personale Ata “che si trovano da anni a cavallo di due sedi e che per dialogare con la dirigenza devono spostarsi di 40 chilometri. Stesso problema per le supplenze”.

Sembrava cosa fatta, grazie alla firma all’emendamento di Uberti stesso, Bonaldi (Pd), Barbaglio (Pd), Rossoni (Fi), Lupo Stanghellini (Fi), del consigliere cremonese Abruzzi (Fi) e del sindaco Pd di Rivolta d’Adda Calvi. 7 voti a favore e 6 contrari.

Ma è stato proprio Calvi a tradire. Al momento del voto, si è astenuto, giustificandosi dicendo di non essere convinto del ridimensionamento.

Una scelta che ha lasciato l’amaro in bocca a tutto il territorio cremasco, sindaco in primis: “Sono molto delusa. Quella di Calvi è stata una scelta immotivata, aggravata dal fatto di aver firmato l’emendamento al fine di sostenerlo. Questo è un fallimento – ha proseguito Stefania Bonaldi – specialmente della mia parte politica. Lascia amarezza il fatto di aver aiutato senza fare storie Cremona quando ha avuto bisogno del nostro appoggio per garantire l’autonomia delle proprie scuole; ci aspettavamo una reciprocità che non è arrivata”.

Il segretario cittadino della Lega Andre Agazzi rincara l’autocritica del primo cittadino sottolineando la spaccatura profonda “di un partito che, ormai da anni, danneggia questo territorio. E’ palese che, pur apprezzando l’impegno della Bonaldi al dialogo trasversale, non sia più in grado di essere leader del Cremasco. Ora il Partito Democratico deve aprire una profonda riflessione”.

“Abbiamo lavorato duramente per provare a portare a casa questo risultato – ha chiuso Uberti – Non si trattava di uno scontro con Cremona, ma di fare il bene di una scuola, di proporre un’offerta formativa valida a ragazzi che provengono da diverse province e di pensare al bene del nostro territorio”.

Ieri sera in Consiglio, Abruzzi ha ribadito che, al di là dei pro e contro che si equivalgono, “una cosa è assolutamente oggettiva: c’è una direzione scolastica divisa su due ambiti territoriali e l’esperienza degli ultimi anni ci insegna che non necessariamente ci deve essere omogeneità didattica nei dimensionamento, perché quello che determina le aggregazioni, lo si voglia o no, alla fine sono i numeri. Ho votato a favore della proposta cremasca perché non ci sono situazioni tali da dover penalizzare la richiesta di un territorio”.
“Sono andato in Consiglio senza alcuna certezza del risultato”, afferma il presidente della Provincia Davide Viola. “Il percorso che abbiamo concluso era cominciato mesi fa, cercando la più ampia condivisione delle autonomie scolastiche e di tutti i Comuni interessati e non ci è stata rappresentata alcuna istanza particolare. Arriviamo a settembre e invece arriva questa proposta”. Per Viola, tre diverse operazioni di dimensionamento negli ultimi anni, nelle scuole provinciali sono state più che sufficienti e quello che serve adesso è il consolidamento della situazione. Anche perché, afferma “si tratta di un istituto che non ha problemi di numeri, che la disaggregazione comporterebbe poi problemi di riaggregazione,” e che comunque l’esistenza di un’unica direzione suddivisa in due ambiti c’è anche in altri territorio, quali Brescia e Mantova. E in un “territorio come quello cremonese, avere un’unica scuola a forte vocazione agricola e zootecnica mi pare assolutamente un punto di forza”.
Resta il problema politico: nessuno dei due schieramenti, ossia centrodestra nelle sue varie espressioni (FI, dissidenti di FI rispetto al commissariamento, Lega, Fratelli d’Italia) e Pd provinciale sembrano in grado di avere un’unica idea di cosa sia il bene del territorio.

Il Consiglio provinciale si rinnoverà il 31 ottobre e si potrà, forse in futuro, ritentare la proposta. Certo è che un simile allineamento non sarà semplice da ritrovare.

Ambra Bellandi – Giuliana Biagi

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