Parco via Braguti, vandali contro gli Alpini: tranciato il cavo dell'alzabandiera
Ancora un atto di vandalismo nei confronti dell’associazione Alpini Crema, che da cinque mesi, in forza di una convenzione con il Comune, si stanno prendendo cura del parco giochi di via Braguti.
La scorsa estate è stata divelta e scarabocchiata la staccionata appena posizionata, mentre un’altra volta una delle assi posate a terra, è stata ritrovata a una distanza di 20 metri. A fine luglio è toccato alle altalene, arrotolate su sé stesse.
Ma i vandali non si sono fermati, nonostante le parole di denuncia a questi comportamenti da parte degli alpini. La mattina del 9 ottobre è stato trovato tranciato il cavo d’acciaio che avrebbe dovuto ospitare la bandiera per la commemorazione del prossimo 3 novembre in ricordo dei 100 anni dell’armistizio della Grande Guerra – spiega Stefano Astori – Siamo senza parole e non riusciamo a comprendere il motivo di tanto accanimento inutile”.
Il cavo era stato assicurato al palo di 8 metri prima che questo venisse innalzato, proprio perché non è possibile infilare il Tricolore da quell’altezza. “Di certo non possiamo utilizzare una scala. Ma ciò che è più grave è che il cavo, se fosse rimasto a penzoloni, avrebbe potuto ferire qualcuno”.
Giovedì 11 ottobre è in programma un incontro con l’Amministrazione comunale, per presentare la relazione dei lavori effettuati in questi mesi: sfalcio dell’erba e rimozione di rami bassi e pericolosi dalle piante, posizionamento della staccionata, rimessa a nuovo delle panchine. “Porteremo in assemblea (che è aperta al pubblico, ndr) anche queste problematiche e vedremo cosa potrà dirci la Giunta”.
Gli alpini restano convinti che queste azioni siano opera di ragazzi “che non sanno come ingannare il tempo e allora lo riempiono con il vandalismo. I carabinieri, la sera, effettuano qualche controllo – ha concluso Astori – ma se non li scoprono sul fatto non possono fare nulla. Noi passiamo dal parco due volte al giorno, ma queste azioni credo si consumino a tarda sera”.
Ai vandali è andata bene: se il Tricolore fosse stato già appeso avrebbero rischiato l’accusa di “vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato”; reato punito con la reclusione fino a due anni.
Ambra Bellandi