Sindaci fuori da Scrp replicano a Casorati: 'Nessuna fuga. Quei soldi ci spettano per legge'
Non ci stanno Marco Arcari (Ticengo), Rosolino Bertoni (Palazzo Pignano), Luca Cristiani (Casaletto di Sopra), Gabriele Gallina (Soncino), Antonio Grassi (Casale Cremasco Vidolasco), Nicola Marani (Salvirola) e Attilio Polla (Romanengo) ad essere definiti “capitani coraggiosi che scappano con il malloppo” da Aldo Casorati, collega di Casaletto Ceredano e coordinatore dell’Area Omogenea cremasca.
“Non rubiamo nulla a nessuno, ma esercitiamo un diritto che la legge ci concede -ribattono i sindaci dei sette Comuni che hanno scelto di uscire da Scrp – Diritto che ci permette di incassare il valore delle azioni di Scrp che ciascun nostro comune possiede”, e chiedono le scuse del coordinatore.
Una scelta, quella dei primi cittadini sopra elencati, “non facile. C’è voluto coraggio, su questo Casorati ha ragione. Quel coraggio che loro non hanno avuto negli ultimi quattro anni, sordi alle critiche e alle osservazioni che nelle assemblee e in altre sedi venivano sollevate. Per loro, per i sostenitori dello status quo eravamo i pecoroni, poi gli irresponsabili e ora quelli che scappano con il malloppo. Loro, invece, sono i difensori del fortino, ma non eroi”.
I sette sindaci, nella replica al collega, rimarcano nuovamente alcune ragioni per le quali hanno deciso di lasciare la patrimoniale: spese per le consulenze e tre anni per assegnare il bando rifiuti. Eccessivi entrambi, secondo quanto si legge nella nota di replica. “Stendiamo un velo pietoso poi sull’uso strumentale del problema occupazione. Ma da quando in qua una società florida, come ci hanno descritto Scrp, chiude se meno del 10 per cento dei soci recede?”.
“Nessuno si chiede per sette sindaci lasciano Scrp? Non sorge loro il dubbio che forse qualcosa non ha funzionato nella gestione della società?”. Sulla preoccupazione di Casorati relativa all’unità del territorio, i sindaci si smarcano da qualsivoglia responsabilità: “il Cremasco non si compatta con una società per azioni, ma con un organismo politico. Questo organismo è l’Area omogenea, della quale Casorati è coordinatore e che, spiace evidenziarlo, con le dichiarazioni di oggi dimostra di non essere in grado di ricoprire il ruolo con la dovuta serenità ed equilibrio”.