Via Rossignoli, Dhaouadi: 'Per noi il capannone non è mai stato una moschea'
“Per noi non cambia nulla: quel capannone non è mai stato una moschea, ma la sede dell’associazione e continuerà ad esserlo”. E’ il commento del referente della comunità islamica Bouzaiane Dhaouadi rispetto all’ordinanza emanata ieri dall’Amministrazione di Crema, che impone il ripristino del capannone di via Rossignoli 37 per l’uso cui è destinato (artigianale/commerciale).
“Quello che è accaduto il mese scorso è stato un errore, ma non in malafede – prosegue Dhaouadi – Non ci aspettavamo un’affluenza così copiosa e, soprattutto, erano presenti molte persone provenienti da fuori Crema che non erano state informate correttamente. Io non ero presente al momento della preghiera; mi trovavo all’esterno a controllare i bambini, altrimenti non lo avrei permesso”.
L’idea di un eventuale ricorso al Tar, al momento, non è stata presa in considerazione, in quanto il legale che segue la comunità islamica è fuori città e rientrerà solo la prossima settimana. “Ribadiamo le scuse per quanto accaduto in giugno e ci dispiace che il sindaco Bonaldi non sia stata convinta dalla versione dei fatti che ho illustrato. Non posso negare quanto successo ma ho spiegato sinceramente le motivazioni”.
Il capannone continuerà dunque ad essere utilizzato per le attività associative, tra le quali la scuola di arabo, che riprenderà in settembre. La preghiera del venerdì (che normalmente conta quasi 200 persone, ma in estate vede meno partecipanti a causa delle vacanze) si svolgerà, come da accordi con il Comune, presso la palestra Serio.
Ambra Bellandi