Via Rossignoli: ordinanza comunale di ripristino a uso artigianale del capannone
A tre settimane dai fatti accaduti in via Rossignoli 37, che tanto hanno fatto discutere, arriva l’ordinanza dell’Amministrazione che impone alla comunità islamica il ripristino del luogo alla destinazione d’uso antecedente l’attuale destinazione a luogo di culto nello stabile.
In sostanza il capannone dovrà avere un utilizzo artigianale tout court, con obbligo di una comunicazione interna a tutti gli aderenti alla comunità, del divieto di utilizzo per funzioni differenti. Il provvedimento redatto non è più quindi una semplice diffida: alla luce degli elementi probatori oggettivi acquisiti, assume la veste di una ordinanza e il tema non potrà più essere trattato esclusivamente sotto il profilo della conformità urbanistica, ma a quel punto potrebbe assumere risvolti in sede giudiziaria, anche penale.
Il sindaco Stefania Bonaldi si è detta amareggiata: “Le controdeduzioni addotte dalla comunità islamica circa l’avvenuta preghiera nel capannone di via Rossignoli non ci sono parse minimamente convincenti, anzi, semmai avvalorano l’idea di una comunità che non ha saputo prendere sul serio gli impegni assunti con l’Amministrazione e in cui mancano effettivo controllo e comunicazione interna”.
Il documento diramato dal Comune riprende tutti gli atti, i procedimenti e gli eventi che hanno riguardato questo immobile e il ruolo del centro islamico, che hanno portato a considerare l’attività svolta in questo luogo non compatibile con la destinazione urbanistica consentita.
La comunità islamica dovrà rispondere a questi obblighi entro 30 giorni e, in caso di inadempienza, il ripristino dei luoghi sarà effettuato d’ufficio con spese a carico degli interessati e gli stessi sono passibili di denuncia presso l’Autorità Giudiziaria.
“La mia cultura dei diritti non si sarebbe mai voluta cimentare in una prova di forza di questo tipo, tanto più su un diritto naturale e costituzionalmente garantito come quello di pregare il proprio dio. Tuttavia qui sono in gioco tutte le regole che una comunità si è data – ha proseguito il primo cittadino – Il nostro Comune ha già individuato, con una variante del PGT impegnativa e molto discussa nel precedente mandato, un’area per il culto in Via Milano, dichiarando invece da subito l’indisponibilità ad una nuova variante in Via Rossignoli, in una zona densamente abitata, contigua al più grande complesso di case popolari cittadino, e per noi totalmente inadeguata per l’insediamento di un luogo di culto islamico, che in alcuni momenti religiosi può richiamare centinaia di fedeli”.
“Voglio peraltro ricordare che, proprio per garantire il diritto di preghiera in un luogo dignitoso e dedicato, dalla fine del Ramadan al maggio 2019 abbiamo concesso gratuitamente alla comunità islamica la palestra di Porta Serio per la preghiera del venerdì, il momento settimanale più qualificante della fede islamica. Ciò a comprova della buona fede e della convinzione con cui vogliamo sostenere il diritto di professare il proprio culto, ma accanto ai diritti, in un gruppo umano, esistono i doveri, ed è su questo punto che la comunità islamica deve dare prova di maggiore solidità e serietà”.
Qui il testo dell’ordinanza