Politica

Crisi istituzionale: Cottarelli accetta l'incarico con riserva

Un cremonese alla guida del prossimo governo: Carlo Cottarelli ha accettato con riserva l’incarico di formare il nuovo esecutivo dopo la rinuncia di Giuseppe Conte. Cottarelli era salito al Colle questa mattina alle 11,30, chiamato dal presidente Mattarella per sondare la possibilità di costituire un governo tecnico che al momento appare già in salita, visto che difficilmente avrà i voti necessari in parlamento.

Cottarelli, una volta uscito dal colloquio, ha parlato davanti alle telecamere poco dopo le 12,30 illustrando le due opzioni che ha concordato con Mattarella, il quale gli  chiesto  di presentarsi al parlamento con un programma che porti a nuove elezioni. In caso il Parlamento desse la sua fiducia, si voterebbe il Bilancio per arrivare a nuove elezioni ad inizio 2019. In assenza di fiducia – ha spiegato Cottarelli – il governo si dimetterebbe immediatamente e si andrebbe ad avviare l’iter per nuove elezioni subito dopo il mese di agosto. Cottarelli in quel caso prenderebbe l’impegno – insieme ai suoi ministri – di non candidarsi alle Politiche.

Da economista, Cottarelli ha fatto riferimento allo spread in salita negli ultimi giorni, evidenziando però anche come l’economia italiana sia ancora in crescita e i conti pubblici possano essere tenuti sotto controllo: “Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente”. “Un dialogo con l’Europa è essenziale”, ha concluso, “ma deve essere costruttivo”: l’Italia è un Paese fondatore dell’Ue, “il nostro ruolo è essenziale, come essenziale è la partecipazione all’area euro”.

Nato a Cremona 63 anni fa, Cottarelli ha casa in città, dove da quando ha lasciato il Fondo Monetario Internazionale lo si vede sempre più spesso. Grande tifoso della Cremonese, lo scorso 13 novembre era stato notato in tribuna allo Zini, mentre parlava con il sindaco Galimberti, e pare che in quella occasione si siano scambiati i numeri di telefono. Il suo nome era anche circolato in relazione alle elezioni amministrative del 2019, per le quali in molti lo avrebbero ben visto come candidato sindaco. Orizzonti che adesso sono evidentemente cambiati.

Ormai è noto il suo curriculum professionale, iniziato alla Banca d’Italia, continuato all’Fmi, fino all’incarico di commissario alla spending review nel governo Letta e al ruolo di direttore dell’osservatorio sulla finanza pubblica della Cattolica. Ma i suoi legami con la politica locale sono forti: il padre, Celeste, fu amministratore unico dell’ospedale e più volte consigliere comunale, fino a diventare assessore al bilancio nell’ultima giunta Zaffanella. “Celo” fu anche commissario straordinario della Cremonese nel 1967 prima dell’arrivo di Luzzara, tirando fuori la squadra da una grave crisi finanziaria.

Soltanto nell’arco degli ultimi otto giorni, Cottarelli ha partecipato a Cremona, ad un dibattito sulle ragioni della crisi dell’economia italiana organizzato dal ‘Forum delle idee’, quindi mercoledì mattina ad un incontro con gli studenti delle scuole superiori e nel pomeriggio ad un altro in Provincia. Illustrando le tesi sostenute da sempre: che la spesa pubblica è il vero ‘mostro’ da aggredire e che occorrono soluzioni di medio – lungo periodo. g.biagi

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