Vidolasco, schiacciati da una pianta a Villa Augusta: assolta la committente
E’ stata assolta Teresa Stringa, 58 anni, di Vaiano Cremasco, accusata di omicidio colposo per la morte di Giambattista Stanghellini, 69 anni, e dell’architetto Achille Grazioli, 67 anni, rimasti schiacciati il 20 novembre del 2014 sotto un albero che stavano cercando di sradicare. Per il pm, che aveva chiesto una pena di due anni, l’imputata, nella sua qualità di committente dei lavori di manutenzione del verde di villa Augusta, storica dimora di Vidolasco, avrebbe violato tutta una serie di prescrizioni di legge, determinando, per “imprudenza, imperizia e negligenza”, la morte dei due lavoratori. A processo l’imputata era difesa dall’avvocato Fabio Spada.
Grazioli viveva con la moglie Giovanna a Bagnolo. La tragedia si era consumata sotto gli occhi del figlio, collega del padre nel suo studio professionale. La vittima si occupava degli interventi di manutenzione nella prestigiosa residenza. Ad aiutarlo c’era il suo compaesano che effettuava lavori di giardinaggio nel parco della casa in cui visse il pittore Ugo Stringa.
Nel procedimento, la vedova di Grazioli, il figlio, la nuora e le due nipotine erano parte civile attraverso l’avvocato Massimiliano Cortellazzi, mentre gli eredi di Stanghellini erano assistiti dai legali Chiara Tomasetti ed Enrico Giavaldi.
La motivazione della sentenza emessa dal giudice Maria Stella Leone sarà depositata entro 60 giorni.
“I miei assistiti”, ha commentato l’avvocato Cortellazzi, “non riescono a comprendere come l’imputata possa essere risultata innocente nonostante la morte di due persone da lei chiamate a svolgere lavori sulla sua proprietà senza l’osservanza delle norme in materia di sicurezza sul lavoro”. “Ora”, ha concluso il legale, “attendiamo di leggere la motivazione, certi che la procura impugnerà la sentenza”.
In quel periodo nel parco di villa Augusta erano in corso interventi per abbattere alberi ad alto fusto a rischio caduta. Al lavoro, quel giorno, oltre a due operai, c’erano le due vittime: l’architetto Achille Grazioli, e l’ex muratore Giambattista Stanghellini, entrambi di Bagnolo Cremasco. Al momento dell’infortunio Stanghellini stava abbattendo un olmo dell’età di circa 35 anni utilizzando un cavo d’acciaio che era stato agganciato alla pianta da abbattere su cui erano stati praticati un taglio parziale in un punto ed una tacca d’aggancio per il cavo in un altro ed un’altra pianta ad alto fusto posta a circa 15 metri di distanza. Grazioli stava seguendo le operazioni. Improvvisamente la pianta da abbattere aveva ceduto, ed aveva colpito al capo, con due distinti rami, sia Stanghellini che Grazioli. I due avevano subito lesioni mortali al cranio. Secondo Luca Toschi, di Milano, agronomo, il consulente tecnico nominato dalla difesa, quella pianta, “molto giovane e di dimensioni ridotte, non presentava alcun tipo di anomalia per poter presupporre un abbattimento. Non era a rischio caduta, e nemmeno c’era pericolo per la proprietà vicina”.
“L’architetto Grazioli era la persona di fiducia della signora Stringa”, così lo aveva definito l’avvocato Walter Giuseppe Felice Benatti, che aveva assistito l’imputata in una causa civile. “Achille Grazioli”, aveva detto in aula l’avvocato, “conosceva perfettamente la villa. La signora si occupava degli aspetti burocratici, mentre lui era una figura tecnica in grado ad esempio di stabilire se i cornicioni fossero o meno pericolanti. Aveva la funzione di valutazione sia dei valori della villa sia di quello che c’era da fare. In questo senso si comportava come fosse il proprietario”.
Giambattista Lupo Stanghellini, invece, si occupava di effettuare lavori di giardinaggio nel parco. “Andava a tagliare l’erba e d’inverno tagliava la legna per il camino”, aveva ricordato in aula il fratello Giuseppe. “Tagliava anche gli alberi”. “Andava alla villa per fare lavori di manutenzione”, aveva ricordato a sua volta Andrea, il genero della vittima. “Faceva giardinaggio e sistemava le porte. Poi nel 2014 è stato operato al cuore ma andava comunque a fare piccoli lavoretti a nostra insaputa. Veniva chiamato dall’architetto Grazioli”. “Mio suocero”, ha aggiunto Andrea, “ha sempre tagliato alberi, lui è nato agricoltore”.
Sara Pizzorni