Lettere

Arci Ombriano: 'Rispetto per la Legge 104'

Siamo un gruppo di ragazze e ragazzi militanti nel circolo Arci Ombriano che hanno sentito l’esigenza di dare rappresentatività alle tematiche legate alla discriminazione di genere anche nel nostro territorio, quello cremasco, dove abbiamo riscontrato una carenza di attenzione e di sensibilità alla questione femminile.

Domani, venerdì 25 Maggio in Irlanda si voterà per un epocale pronunciamento dei cittadini: l’abrogazione dell’ottavo emendamento che potrebbe rendere più fruibile il ricorso all’aborto in circostanze come lo stupro, l’incesto e l’anomalia del feto, a differenza di quanto accade oggi ove è permesso soltanto in rischio reale e sostanziale per la vita della donna.

In difesa dei diritti delle donne, auspichiamo quindi un avanzamento sociale in un paese caratterizzato fortemente da un cattolicesimo conservatore. Questo importante passaggio politico ci fa riflettere sul reale bisogno di progressi in paesi dove la legge sull’aborto ha ancora componenti fortemente restrittive come la Polonia e Malta.

A livello nazionale, nonostante l’approvazione della 194 compia 40 anni, assistiamo con disgusto e rabbia all’avanzare di movimenti anti-abortisti che, oltre a chiedere leggi regressive verso la libertà delle donne, riescono a pervadere molti ambiti del sociale grazie anche a maggiori sponde politiche. La comparsa di manifesti e striscioni anti-aborto con immagini e frasi volte a far sentire complice di un crimine chiarisce la violenza psicologica che oggi viene attuata da questi movimenti, fino a sostenere, in maniera errata, che l’aborto è la prima causa di femminicidio, al contrario di quanto affermano le statistiche le quali chiariscono essere frutto di una cultura patriarcale, maschilista e talvolta in difesa della “famiglia tradizionale” nella quale maggiormente si verificano efferati atti.

Per questo, per superare i limiti tuttora presenti, a distanza di quarant’anni chiediamo fortemente che le donne siano veramente libere di scegliere sui propri corpi, perciò ci battiamo affinché nelle strutture pubbliche sia vietata l’obiezione di coscienza – ad oggi in Lombardia il 68% dei medici sono obiettori di coscienza – per rendere realmente eseguibile la scelta personale; siamo per il libero accesso ai consultori – da rifondare anch’essi su principi laici e con supporto psicologico corretto; infine chiediamo una più semplice e possibile somministrazione della pillola RU48.

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