Via Rossignoli, 'Ombriano viva': 'Una presa in giro. I cittadini faranno sentire la loro voce'
Riguardo il tanto discusso capannone di via Rossignoli, che presto ospiterà l’associazione culturale islamica, tornano a farsi sentire i portavoce di ‘Ombriano Viva’ (lista civica che alle scorse comunali aveva sostenuto il candidato di centrodestra Enrico Zucchi). “L’espediente della comunità islamica di dare vita ad un’associazione culturale per poter pregare nel capannone è un’autentica presa in giro nei confronti dei cittadini”, commentano Daniele Alberti e Christian Guardavilla.
Per i rappresentanti di Ombriano Viva, l’Amministrazione “che fino ad oggi è rimasta passiva” dovrebbe “opporsi alla nascita di quella di fatto è destinata a diventare una moschea”. Il dito è puntato contro il sindaco Bonaldi e l’ex assessore all’Urbanistica (ora consigliere regionale Pd) Matteo Piloni, rei di aver fatto “tante promesse e nessuna azione concreta. Al momento delle elezioni amministrative e regionali, non hanno esitato a criticare l’iniziativa degli islamici. Una posizione di cui si sono dimenticati il giorno dopo il voto. Altrimenti avrebbero dato seguito alle nostre continue segnalazioni”.
Ma il problema a monte sarebbe un favoreggiamento “degli islamici rispetto ai residenti storici perché si crede nel dogma della multiculturalità. Un errore che dovunque è stato commesso ha impedito sul nascere l’integrazione. I processi di inclusione vanno gestiti facendo rispettare a tutti le regole. Mettere la testa sotto terra come gli struzzi è il modo per far crescere la tensione sociale”.
Guardavilla e Alberti criticano anche l’azione dell’assessore al Welfare Gennuso, che recentemente ha svolto un sopralluogo delle case popolari del quartiere. Tour che è stato bollato dai rappresentanti della civica “propaganda finalizzata a strappare qualche fotografia sui giornali. Il meccanismo dell’edilizia pubblica ha bisogno di controlli continui per funzionare. Esattamente ciò che è mancato nella scorsa legislatura”.
“Ombriano non tarderà a far sentire la propria voce – promettono Guardavilla e Alberti – I cittadini hanno perso la pazienza e sono pronti a scendere in strada per fare valere i loro diritti. Ma giungere a questo punto significa decretare il fallimento delle istituzioni”.