Cyberbullismo e le insidie dei social: a lezione con i carabinieri
Cyberbullismo e i rischi nell’utilizzo dei social media. Questi i temi su cui vertono gli incontri che il maggiore dei carabinieri Giancarlo Carraro sta tenendo negli istituti superiori di Crema, nell’ambito del protocollo di intesa spazio/legalità sottoscritto tra il Ministero dell’Interno e le scuole.
Non solo giovani, ma anche genitori e nonni presenti agli incontri, come accaduto ieri sera. “L’arma dei carabinieri si è resa conto che il fenomeno del cyberbullismo va combattuto con la prevenzione che non è sufficiente solo se svolta tra i banchi di scuola. I principali controllori sono i genitori che spesso si dimostrano poco esperti nell’uso dei social – ha commentato Carraro – Per questo la lezione si è concentrata sulle insidie che questi possono celare”.
La polemica internazionale che proprio in questi giorni ha investito Facebook, in realtà è caratterizzata dal fatto che all’atto dell’iscrizione l’utente accetta che tutti ciò che inserisce nel proprio profilo (foto, video, affermazioni…) sia utilizzata dal social per scopi commerciali. “In realtà già dal 2009 con l’avvento della targettizzazione il motore di ricerca google aveva legato a Facebook l’utilizzo dei profili degli utenti. I giovani, ma in questo caso anche gli adulti, sono ignari di tale “contratto” sottoscritto all’atto dell’iscrizione e dell’opportunità e possibilità di evitare che ciò avvenga filtrando e non consentendo l’accesso ai motori di ricerca al proprio profilo”.
L’argomento ha riscontrato molto interesse tra il pubblico, dove erano sedute anche alcune educatrici “le quali hanno manifestato forti perplessità sul fatto che ormai anche i bambini della scuola primaria portino in classe i cellulari e parlino da adulti su argomenti anche scabrosi. L’invito è stato quello di controllare meglio i propri figli/nipoti/scolari, evitando che possano abusare nell’utilizzo degli apparecchi elettronici che vanno bloccati con i filtri adeguati, nonché instaurando un dialogo costante che possa vederli come persone a cui confidare le proprie difficoltà”.