Cronaca

Continua il braccio di ferro tra lavoratori e Asst di Crema per il diritto al pasto

Nessun passo indietro dai lavoratori dell’Asst di Crema, che ieri durante una riunione in Sala Polenghi (a cui hanno presenziato 70 persone), hanno confermato lo stato di agitazione. Voto unanime, a eccezione di 4 mani alzate a favore della riapertura del tavolo con la dirigenza del Maggiore.

Continua dunque il braccio di ferro tra l’azienda ospedaliera e i 950 dipendenti che vorrebbero fosse applicato il decreto ministeriale 122, che garantisce diritto al pasto e più flessibilità sui turni.

I referenti sindacali (Luigino Degani, Roberto Dusi, Ferdinando Casareale, Rosario Micciché e Sabrina Negri) si sono detti favorevoli alla costruzione di una mensa interna all’azienda, “ma nel frattempo è necessario e fondamentale garantire i diritti dei dipendenti. Per la realizzazione di uno spazio mensa potrebbero volerci anni”.

Nel caso l’Asst dovesse dare risposta negativa a quanto chiedono i lavoratori, i sindacati hanno assicurato “presidi e scioperi da parte di tutto il personale”.

 

LA RISPOSTA DELLA DIREZIONE

Il direttore Ablondi

Il direttore generale Luigi Ablondi ha scritto una lettera ai dipendenti, invitandoli a contattarlo per discutere della problematica. ” In questi anni mai nessun Operatore, e ripeto mai nessuno, mi ha rappresentato una propria necessità/difficoltà ad usufruire del servizio mensa, così come qui organizzato fin dall’anno 1990. Chi me lo ha rappresentato lo ha fatto per conto altri e forse per interessi propri. Sono pertanto amareggiato e dispiaciuto”. Il direttore ha anche assicurato di aver posto attenzione al problema e di essersi mosso fattivamente per raggiungere un esito positivo.

 

AmBel

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