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Gori, ultime ore di campagna elettorale: 'Il superticket? Lo aboliremo noi'

Il candidato alle Regionali del centrosinistra Giorgio Gori a Crema e Cremona, questo pomeriggio, penultimo giorno di una campagna elettorale condotta in lungo e in largo in Lombardia, privilegiando – lui, uomo di televisione –  il contatto diretto coi territori e le persone. Intervistato da Giovanni Palisto per Cremona1 tv, il sindaco di Bergamo ha spaziato dai temi della mobilità alla salute, dall’ambiente al riassetto istituzionale, tutti argomenti di stretta competenza regionale. A proposito del patto per l’autonomia (ieri la firma a Roma tra governo e presidenti di Lombardia, Veneto e Emilia Romagna), ha fatto notare come il referendum dello scorso ottobre “sia stato inutile: a palazzo Chigi c’era anche la regione Emilia Romagna che non ha fatto referendum, risparmiando 55 milioni, ma ha raggiunto lo stesso obiettivo della Lombardia,”, ossia contrattare con lo Stato maggiori competenze in tema di istruzione, sanità, lavoro e ambiente. “Quei tablet usati per il voto – spiega Gori – che dovevano essere resettati e dati alle scuole, sono rimasti tutti nel magazzino. Ora occorre ‘finalizzare’ il tema dell’autonomia: per far questo serve prima di tutto l’approvazione dei due rami del parlamento, a maggioranza assoluta. Ma una regione con 1500 comuni – ha poi aggiunto –  deve essere governata attraverso un’articolazione delle autonomie locali, che si chiamino province o in altro modo”, perchè ci sono troppe differenze tra un territorio e un altro.

La Lombardia targata centrosinistra, promette Gori, sarò nel segno di un’efficienza reale e non sbandierata, “una regione aperta, europea, che non si chiude in se stessa ma dialoga, non come la vuole la Lega”. La Lega di Salvini, quello che ha imposto il candidato Attilio Fontana: “Lo ricordavo molto più tranquillo quando era sindaco di Varese. Ora sembra completamente nelle mani degli spin doctor di Salvini, sono andato a tanti appuntamenti e confronti, ma lui all’ultimo minuto ha dato forfait. Mi sarebbe piaciuto poter dire ‘allora esiste'”. E’ l’unico attacco diretto che Gori fa al principale avversario, concentrandosi invece di più sulla Lombardia che vorrebbe: gara europea per il trasporto ferroviario, ponendo standard di qualità su efficienza e nuove carrozze, portando a scadenza naturale, il 2020, il contratto con Trenord senza ulteriori proroghe. Quanto all’autostrada Cremona Mantova sembra che il tempo sia scaduto: “Non è più una priorità, invece è utile sistemare la viabilità ordinaria tra i due capoluoghi”.

Su un altro tema caldo, la sanità, Gori ha gioco facile: “Il superticket? Avevano annunciato che lo avrebbero abolito, ma poi si sono dimenticati di fare la delibera. La faremo noi, alzando a 30mila euro di reddito il diritto all’esenzione”. Parole dure anche per la recente riforma sanitaria sui malati cronici, che “va ad ospedalizzare la cura della cronicità, facendo il contrario di ciò che servirebbe, ossia rafforzare le cure domiciliari”. Un tema che – forse- potrebbe riavvicinare il centrosinistra a trazione Pd a Liberi e Uguali che per la presidenza schiera un altro candidato, Onorio Rosati: “La posta in gioco è troppo alta, i candidati sono sette, ma reali possibilità di vincere le abbiamo solo in due. Credo che molti elettori di sinistra sceglieranno il voto disgiunto”. Una Lombardia di centrosinistra, spiega ancora il sindaco di Bergamo, farà di più per l’ambiente, “non provvedimenti sull’onda dell’emergenza, ma di ampio raggio, ad esempio puntando ad eliminare completamente nel 2035 le auto private a combustibili fossili, benzina o gasolio, con aiuti alle famiglie per il cambio del proprio automezzo”. Un accenno al governo Gentiloni: “Lo conosco dai tempi in cui era ministro delle telecomunicazioni, ha tratti meno scoppiettanti di Renzi, ma forse la sobrietà sta cominciando ad essere una qualità apprezzata”.

Giuliana Biagi

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